La Juve contro il Real e una statistica spietata «Dura ma proviamoci»

Lo 0-3 ribaltato solo una volta su 221 in coppa Allegri: «Voglio una grande prestazione. Poi...»

La Juve contro il Real e una statistica spietata «Dura ma proviamoci»

Davide Pisoni

nostro inviato a Madrid

Una delle strade che portano al Bernabeu attraversa i Jardines del Mundial. Ma l'atmosfera non è proprio la stessa di trentasei anni fa quando l'Italia alzò la coppa del mondo. Real Madrid-Juventus è stata ridotta alla vigilia da Florentino Pérez a «una partita tra club amici», che fa molto amichevole. Perché al Madrid stanno già pensando neanche alla semifinale, ma alla finale. Euforia che sfocia nella spavalderia giustificata da quel tre a zero senza appello che ha gelato l'Allianz Stadium otto giorni fa. Quello che si presenta davanti alla Signora è più di un Everest da scalare senza ossigeno, perché a Cristiano Ronaldo e alla macchina perfetta di Zinédine Zidane devi anche aggiungere il muro del Bernabeu, impressionante quando sbuchi sul campo con il suo famigerato miedo escenico. I numeri raccontano di una impresa al limite dell'impossibile, anche se lo Schalke 04 negli ottavi del 2015 ha sfiorato il colpo vincendo 4-3 a Madrid dopo aver perso due a zero in casa. E anche quella volta come stasera mancava Sergio Ramos. Però è come aggrapparsi a una roccia in bilico mentre ti stai arrampicando su una parete verticale perché nella storia delle coppe solo una volta su duecentoventuno una squadra è stata eliminata dopo una vittoria per 3-0 in trasferta: siamo allo 0,46 per cento di possibilità.

Quindi non è mai stata così vicina l'ultima partita di Gigi Buffon in Champions, ma il tormentone che lo perseguita gli strappa una battuta: «Beh, da bambino avrei messo la firma per chiudere al Bernabeu». Il capitano della Juventus strappa invece una risata quando gli si chiede come ha motivato il gruppo: «Ho detto che se usciamo, continuo...». Ma non è una Juventus in gita, anche perché il Bernabeu potrebbe lasciare il segno ancora più dell'andata: «Nella vita bisogna tentare l'impossibile e sarebbe comunque importante tornare a casa con la sensazione di poter stare a questo livello». Perché l'andata ha lasciato il segno, ha tolto certezze e questo può pesare. Massimiliano Allegri è esplicito: «Bisogna giocarla come se fosse una partita secca. Voglio una grande prestazione, una partita tosta, giusta, che dia forza al nostro finale di stagione. C'è uno scudetto e una coppa Italia da giocare».

Una squadra che fa due finali in tre anni non deve abbassarsi a discorsi sul salvare la faccia o uscire a testa alta. Quindi è una Signora in cerca di se stessa quella che sfida il Real Madrid. Vuole ritrovare la sua difesa, che ha vacillato non solo contro Cristiano Ronaldo e la sua chilena, ma anche contro il Milan e il Benevento. Un'altra sconfitta rovinosa potrebbe aggiungere ulteriore tossine e pregiudicare la volata sul doppio fronte italiano. Dunque si torna al centrocampo a tre, mai esibito contro Zidane tra Cardiff e Torino, a meno di un avanzamento di Alex Sandro sulla linea d'attacco, orfana dello squalificato Dybala. Senza Joya può essere ancora più complicato, ma per assurdo più facile. Davanti Higuain, che per la prima volta torna da ex al Bernabeu, è l'unico sicuro del posto.

Gigi Buffon non ha fatto neppure la classica camminata della vigilia sul prato del Bernabeu. Magari per non ricordare quel tre a zero della Spagna, «quella notte nefasta» come l'ha definita il portiere dell'Italia, che di fatto è stata l'inizio della fine per la Nazionale verso il Mondiale. Il Bernabeu, il Real Madrid che non guarda in faccia a nessuno quando c'è da sbattere fuori, stavolta può mettere la parola fine sul ciclo incredibile della Juventus. Ma qui il calcio italiano ha sognato ad occhi aperti: dall'82 mundial, appunto, alle coppe Campioni di Milan e Inter.

Ricordi per sognare, ma Allegri è realista: «Le possibilità sono molto poche, ma dobbiamo cancellare quel tre a zero bugiardo che mi ha deluso e fatto arrabbiare». Fuori piove e fa freddo, la strana primavera è anche a Madrid, ma farà caldo al Bernabeu e Buffon la butta lì: «Se poi succede il miracolo, ci abbracceremo...». E farebbe ancora più caldo ai Jardines del Mundial.

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