Contrordine compagni. L'infortunato Giorgio Chiellini (edema al soleo sinistro) è tornato a Torino, su richiesta della Juventus. Così è stato comunicato dalla Figc intorno alle ore 14 di ieri: «Il difensore, indisponibile per la gara di qualificazione a Euro2016 contro la Norvegia in programma martedì a Oslo, su richiesta del proprio club di appartenenza farà rientro a Torino». Bene, bravi, bis. Soprattutto per il tempismo e la chiarezza di idee. Nemmeno venti ore prima, infatti, la Federazione aveva comunicato che «Chiellini, in accordo con il ct Antonio Conte e la società di appartenenza, rimarrà comunque nel gruppo azzurro sino al termine del ritiro effettuando le cure previste in stretto accordo tra gli staff medici della Nazionale e della Juventus».
Cosa sia successo nel frattempo non si sa. La Juve, in un comunicato emesso in serata, parla di «confuse vicende» e critica le «allusive dichiarazioni» del team manager azzurro Gabriele Oriali. Qualcosa comunque non torna. La versione che filtra da corso Galileo Ferraris spiega che «dopo un ulteriore confronto e avendo il giocatore bisogno di cure riabilitative, si è deciso di farlo tornare in città». Un confronto avvenuto quando fuori era buio («la notte porta consiglio», ha poi commentato Buffon) o appena fatta colazione, ecco. Con il risultato di cui sopra: Chiellini prima sarebbe rimasto previo «stretto accordo» tra le parti, poi è stato spedito sotto la Mole «su richiesta della Juventus». La quale in passato - con Conte in panchina - non è sempre stata tenera con la Nazionale: orgogliosa di mandare tanti giocatori in azzurro sì, non entusiasta della gestione degli stessi pure. L'ultima occasione di scontro è datata lo scorso marzo, protagonista sempre il quasi cagionevole numero tre: «Prandelli lo ha convocato, essendo lui infortunato, senza telefonarmi - aveva tuonato Conte -. Non è stato educato». «Io ho il diritto di chiamare un giocatore che va in panchina - era stata la replica dell'attuale allenatore del Galatasaray -. Il medico della Juve mi aveva mandato un sms dicendo tutti a posto, anche Chiellini. Marotta si aspettava una chiamata? Quando ha problemi mi chiama sempre, sono io che l'aspettavo».
Questo lo scenario del pre-Conte commissario tecnico. Il quale certamente avrebbe avuto piacere di avere ancora con sé Chiellini, salvo stavolta essere lui a ricevere la telefonata di Marotta o di chi per esso con dietrofront annesso. A esplicitare il malcontento azzurro è stato il team manager Gabriele Oriali: «Dispiace che il ragazzo sia dovuto andare via anche perché, avendo lavorato per tre anni con il nuovo ct e conoscendone le metodologie, avrebbe potuto essere utile ai compagni. La Juve però ha cambiato idea e chiesto la presenza del giocatore a Torino: a noi non è restato che attenerci al regolamento. Spiegazioni ufficiali? Non le abbiamo chieste e non ce le hanno date. Lo hanno rivoluto in sede e non ne conosco i motivi: forse per recuperarlo prima, anche se in Nazionale ci sono medici e fisioterapisti molto bravi». Il grande freddo è servito, insomma, nonostante lo stesso Oriali abbia ammesso di avere parlato con Marotta: «Uno sgarbo della Juve a Conte? Questo ditelo voi - ha concluso Oriali -.
Di certo il giocatore, che ha grande attaccamento per la maglia azzurra, era dispiaciuto di non potere rimanere e di non venire a Oslo». Ma per la Juve si tratta appunto di «allusive dichiarazioni». Messo nero su bianco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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