Quasi una beffa per come si era messa la partita per l'Inter ma la vittoria del Liverpool, se può sembrare perfida, è trasparente ed è figlia della qualità tecnica dei suoi e della saggezza tattica che Klopp ha dato alla squadra. Per fortuna la regola dei gol fuori casa è stata abolita però il viaggio ad Anfield sembra una mission impossible.
La partenza spavalda del Liverpool non aveva intimorito l'Inter che si è aggiustata soprattutto in mezzo al campo e ha permesso a Perisic di liberare estro e palloni sulla fascia esterna di sinistra, creando problemi e portando Calhanoglu alla grande conclusione finita contro la traversa di Allison. È stato come un segnale di allarme per il Liverpool che ha intuito di dover cambiare atteggiamento però limitandosi a tenere il pallone senza mai affondare nel muro difensivo interista.
La crescita dei campioni d'Italia è stata continua di gioco e di personalità, l'autostima ha portato la squadra a prendere possesso del campo mentre il Liverpool ha dato segnali di una imprevista stanchezza, i contrasti quasi tutti persi, Klopp ha ritardato i cambi e i nuovi innesti, fra questi Luis Diaz, hanno rinfrescato il gioco offensivo ma anche l'Inter ha accusato la fatica, fisica e nervosa. La supremazia territoriale avrebbe meritato il vantaggio ma Lautaro non ha dato segnali di miglioramento rispetto alle ultime giornate e Dzeko è rimasto solissimo negli ultimi venti metri, se Perisic è stato influente sull'out di sinistra Dumfries mai è entrato nel gioco come avrebbe dovuto, la partita ha perso vigore e ritmo, quasi che le squadra avessero timore di perdere alla prima distrazione.
La carta Sanchez per Lautaro è stato il segnale
che Inzaghi voleva vincerla, poi il colpo ghiacciato di Firmino con la partecipazione di Handanovic lumaca sulla deviazione di testa del brasiliano e il velenoso raddoppio di Salah hanno smascherato la verità della partita.
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