L'Alpe calvario di Nibali E Kruijswijk è più rosa

Vincenzo perde 2'10'' nella cronoscalata anche per colpa della catena «Non ho scuse, stavolta ho pagato io. Ma può capitare all'olandese...»

L'Alpe calvario di Nibali E Kruijswijk è più rosa

Alpe di Siusi I silenzi di Nibali fanno più rumore di quello dell'Alpe di Siusi. Se lo ricorderà a lungo Vincenzo questo altopiano dolomitico, dove ha forse vissuto la giornata più amara e triste della sua carriera da quando è professionista. Una sconfitta bruciante, senza se e senza ma: piena e totale. E come tale lui stesso la considera, senza ricorrere a piagnistei.

«Oggi ho pagato io, sabato era toccato a Valverde, magari dopo il giorno di riposo toccherà a Kruijswijk», butta lì il siculo, quasi per cominciare a farsi coraggio. È deluso, ovviamente triste, e onesto nell'analisi: «Bisogna accettare questo risultato. I guai meccanici? Mi è scesa la catena, ho cercato di sistemarla, poi si è rotto il cambio. I tifosi? Mi sono stati vicini per tutta la salita, qualcuno forse anche troppo, ma non mi ha creato problemi. Cosa succede adesso? La classifica non l'ho nemmeno guardata, so che ho un bel distacco».

Nibali è chiamato a ripartire da qui, dagli abissi di una sconfitta che brucia e l'ha gettato nello sconforto. È chiaro, ed è altrettanto evidente che il siciliano non è al meglio: gli manca qualcosa. Ma a certi livelli il qualcosa è molto: come i centesimi di secondo nel motomondiale o in F1. «Vincenzo sta bene ci spiega Paolo Slongo, il suo allenatore -, forse non è ancora al top, ma sono sicuro che saprà reagire».

Nel clan Astana si ostenta serenità, ma è questa che manca al campione siciliano, che da tempo vive una situazione complicata all'interno del proprio team. Due blocchi uguali e distinti: da una parte i kazaki, dall'altra gli italiani. Generalmente i secondi subiscono supini le scelte che calano dall'alto dai primi. Come la scelta dei materiali (leggi componentistica), che ieri hanno creato non pochi problemi al siciliano, tanto che ieri sera pare siano volate parole grosse tra lo staff tecnico e dirigenziale dei celesti.

Nella cronoscalata dell'Alpe di Siusi - 15ª tappa del Giro Nibali porta a casa un mesto 25° posto, ma quel che è peggio raccoglie un distacco dalla maglia rosa Kruijswijk quantificabile in 2'10'': un abisso. Vince il sorprendente russo Alexander Foliforov, che si porta a casa un bellissimo successo per soli 16 centesimi proprio sulla maglia rosa.

Ora il codice fiscale olandese precede nella generale il colombiano Esteban Chaves sesto nella crono a 40'' di 2'10''. Vincenzo terzo a 2'51''. L'altopiano dell'Alpe di Siusi, a 1850 metri di quota, accoglie il riscatto di Alejandro Valverde dopo la crisi di Corvara: il murciano chiude la crono 3° a 23''; in classifica ora è 4° a 3'29''. Migliore degli italiani Michele Scarponi compagno di squadra del siciliano - quinto a 36'': per Nibali forse questa è l'unica vera buona notizia di giornata.

Nibali deve ripartire da qui: dal fondo. Per uno come lui, abituato nei Grandi Giri a dare il meglio di se è una prova nuova, forse la più difficile. È evidente, adesso serve l'impresa. Ma non solo in salita o in discesa. Nemmeno sul piano. L'impresa più ardua e impegnativa la deve compiere dentro se stesso. Deve provare a non lasciarsi andare e a non perdersi d'animo.

Facile vincere quando stai bene e tutto ti riesce facile. È risalire la china che è cosa estremamente impegnativa: non da tutti. Oggi il Giro riposa e da domani Vincenzo riproverà a ricostruire una classifica degna della sua storia, provando a ricostruire anche se stesso.

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