L'esame del Mugello non Vale Rossi subito ko. Domina Jorge

Il Gp del Mugello, corsa d'Italia, gara nel salotto di casa Rossi doveva essere più o meno l'esame di riparazione per Valentino. Vale che sarà anche Dottore ma questo disgraziato avvio di stagione e i due tormentati campionati in sella alla Ducati l'hanno purtroppo trasformato in alunno ripetente. Nel senso che ad ogni Gran premio che il dio dei motori manda in terra, vuoi una cosa vuoi l'altra, ma qualcosa non va per il verso giusto e si ripete il solito film di sfortune varie e brutte prestazioni. Prima di proseguire argomentando sullo scolaro Rossi, eleviamo però lodi alte e olè tonanti a Jorge Lorenzo che ha riportato la Yamaha alla vittoria, a Dani Pedrosa che si è piazzato secondo ed ora è sempre più leader, a Crutchlow che avanti così soffierà il posto a Vale. Un olè persino per Marquez che comodo a podio ha buttato via tutto a fine Gp e, perché no, per Dovizioso faticosamente 5° con la Ducati.
Tornando alla metafora dell'esame di riparazione, questo era il Mugello per Vale. Pista perfetta, dove ci aveva vinto nove volte e sette di fila in classe regina. Circuito dove poter finalmente mettersi alla prova, misurarsi, fare i conti soprattutto con se stesso. Perché Vale non è un fesso, Vale con i dubbi che abbiamo noi ci convive ogni giorno, sta valutando quanto quei ragazzini new generation abbiano fatto un inarrivabile passo in avanti, quanto sia per lui possibile tenerne il passo, quanto debba rischiare per farlo. Purtroppo però questa era l'occasione perfetta per testarsi e tutto è andato per prati e air fence dopo poche centinaia di metri, seconda curva, con Bautista che l'ha centrato dall'esterno e sparato altrove e ringraziamo il dio dei motori che non si sia fatta nulla. Ha rischiato il frontale.
«Mi fa un pò male il c....» ha infatti poi sorriso triste Vale «fa male anche la mano e anche un po' il piede ma è andata bene». Semmai i problemi sono altri. «Devo ancora migliorare in partenza». Ancora. «La verità è che ho bisogno di scattare almeno in seconda fila. Più si parte avanti e meno si rischia... e devo lavorare ancora molto sulle qualifiche» perché il nodo è lì, ha fatto capire.
Il nodo è lì e anche alla voce “iella”, tra virgolette però. Perché se da una parte è innegabile che il botto di ieri fosse inevitabile dopo il via («sono stato anche sfortunato, ma sono cose che capitano»), dall'altra se Valentino riuscisse finalmente a mettere una pezza ai problemi in qualifica sai quanti rischi in meno correrebbe allo start? Anche perché se nelle ultime gare la Yamaha non aveva mostrato uno stato di forma invidiabile o all'altezza delle Honda, il trionfo di Jorge parla forte e chiaro e non a caso Rossi si sbilancia: «Avrei fatto podio». Che nello stato in cui si trova adesso è il massimo che possa dire. Ma non credetegli: in fondo pensava di potersi giocare anche la vittoria.
Quanto al dominio iberico che altro aggiungere? Forse che c'è un signore mogio che ne spiega il perché. «Benché sia Spagna che Italia siano entrambi Paesi in crisi, là non si è smesso di investire nel motociclismo, ci sono molte piste, sponsor e le moto sono sport nazionale.

Per cui i ragazzini sono motivati. Qui, invece, a parte me...». Parola del Vale. Che sarà anche mogio e ammaccato, ma ha capito benissimo dove sta andando il motociclismo italico.
POLEmicamente

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