Lewis vola, Seb anche Alonso: «C'è da lavorare» E Massa gli sta davanti

Lewis vola, Seb anche Alonso: «C'è da lavorare» E Massa gli sta davanti

La manina destra che spunta per niente timida dall'abitacolo mentre la Red Bull sfila il Cavallino e Seb Vettel non fa mica ciao a Fernando Alonso, fa invece un gesto come a dire «certo che potevi lasciarmi strada, certo che mi hai rallentato un poco e che cavolo...».
San Paolo, Brasile economicamente lanciato ma Interlagos preventivamente blindato. Questione di favelas, di auto di servizio, questione di tecnici e meccanici e persino piloti - vedi Button sfuggito due anni fa a una rapina grazie alla prontezza del suo autista - che rischiano ad ogni stop di essere bloccati armi in pugno per un orologio, per un portafoglio. In strada a San Paolo si respira tensione. In pista anche. Perché domani c'è la corsa delle corse. Quella che dovrà assegnare il titolo, quella che dovrà scegliere se affidarlo per la terza volta di fila (record dei record per uno così giovane) a Vettel, ieri secondo dietro Hamilton, o consegnarlo ad Alonso dopo un'astinenza lunga sei anni, ieri quinto dietro Massa. Risultato della tensione a mille, Seb e Nando praticamente non si parlano e quando lo fanno è mezzo stampa. Il primo fa finta che la Ferrari e il rivale non esistano, il secondo lo stuzzica e professa tranquillità assoluta «perché hanno da perdere tutto gli altri...». Per la verità, mica vero.
Pallottoliere alla mano, i numeri dicono che Alonso deve recuperare 13 punti sul tedesco, che sarà campione se vince e l'altro fa 5° o peggio, se arriva 2° e l'altro è 8° o peggio, se arriva 3° e l'altro fa 10° o peggio. La storia delle corse racconta che i ribaltoni più recenti risalgono al 2007 e al 2010. Il primo riuscì proprio alla Ferrari, proprio a San Paolo - per di più doppio ribaltone -, quando Raikkonen terzo in classifica a 7 punti da Hamilton leader e a 4 da Alonso secondo, li pirlò entrambi. Merito suo, merito del solito Massa anche allora al servizio del compagno messo meglio in classifica e per il quale rinunciò alla vittoria nel Gp di casa. Merito soprattutto degli errori dell'inglese e della guerra fratricida fra i due mclarenisti. Nel 2010 storia diversa. Esattamente quella che in Ferrari si augurano si ripeta a parti invertite. Alonso arrivò ad Abu Dhabi leader con 15 punti di vantaggio su Vettel terzo (8 su Webber secondo) e subì doppio ribaltone firmato dal tedeschino.
In questo festival teso, in questa parata di psicologie a confronto e di numeri e precedenti, ecco ieri un Massa di nuovo parecchio competitivo in un momento cruciale del campionato Ferrari, di nuovo davanti al compagno, per di più senza usare l'ala anteriore nuova. Chi ieri si è messo a bordo pista nelle zone giuste, zone dove si fa la differenza tipo la mitica esse intitolata a Senna, ha riferito di una McLaren che passava volando ma di una Red Bull che pareva sui binari. E di una Ferrari che, nonostante un buon passo gara, era invece una belva da domare. Una Rossa assetata di acqua, nel senso di pioggia. E sul tema: «Gara bagnata?» si è domandato Vettel «Vedremo... intanto fa incredibilmente caldo». E Alonso: «Non abbiamo ancora trovato il bilanciamento ideale, resta molto lavoro da fare. Gara bagnata? Difficile dire cosa preferire...». Però con la pioggia può accadere di tutto. L'aveva urlato dopo Austin. Lo pensa anche adesso.

PRIME LIBERE
1. Hamilton (McLaren-Mercedes) 1m14.026s; 2. Vettel (Red Bull-Renault) + 0.274; 3. Webber (Red Bull-Renault) + 0.497; 4. Massa (Ferrari) + 0.527; 5. Alonso (Ferrari) + 0.566; 6. Schumacher (Mercedes) + 0.

628; 7. Rosberg (Mercedes) + 0.643; 8. Button (McLaren-Mercedes) + 0.837; 9. Grosjean (Lotus-Renault) + 0.968; 10. di Resta (Force India-Mercedes) + 1.103.

IN TV Oggi pole alle 17 su Rai2; domani Gp su Rai1 ore 17

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