La Liegi nella tormenta non dà scampo a Nibali

Acqua e neve rendono la corsa durissima, vince a sorpresa l'olandese Poels Per Vincenzo settimana da dimenticare. Ma il suo staff: nessun allarme Giro

La Liegi nella tormenta non dà scampo a Nibali

Dopo una giornata in mezzo alla tormenta, ci restano tutti di ghiaccio. Vince chi ne ha di più. Vince l'olandese volante Wout Poles, che scivola via ad Albasini e Rui Costa nello sprint finale. Vince con pieno merito, dopo una sfida al limite delle possibilità umane. Ti aspetti Froome e Kwiatkowski, invece salta fuori nel finale un loro compagno di squadra in maglia Sky, e regala al team britannico la prima classica monumento della sua storia.

L'olandese è bravo a balzare alla ruota dello svizzero Albasini e del portoghese Rui Costa che attaccano sulla salita finale di Rue Naniot: con loro arriva anche Samuel Sanchez e i quattro se la giocano allo sprint con l'olandese che non concede spazio ad Albasini. Era dal 1988, quando la corsa viene vinta da Adri Van der Poel, che la Liegi non finiva ad un corridore olandese. Miglior italiano al traguardo Diego Rosa, 27 anni, esordiente alla Liegi, compagno di squadra di Nibali all'Astana, che si rende protagonista nel finale anche di un bellissimo scatto. Alla fine per lui un più che confortante 10° posto.

Giornata dura, durissima: acqua, freddo e neve hanno accompagnato per oltre sei ore i corridori, con qualche timido e sporadico raggio di sole che ha solo dato qualche minuto di tregua. Gli organizzatori sono stati costretti ad accorciare il tracciato, tagliando un tratto nella prima parte proprio per evitare una zona nella quale la neve avrebbe creato troppi problemi.

Problemi li hanno avuti però tutti, ad incominciare dal grande favorito di giornata Alejandro Valverde, che inseguiva il poker nella doyenne. Per il murciano, vincitore mercoledì della quarta Freccia, solo un 16° posto.

E Nibali? Per il siciliano si chiude una settimana molto amara. Dopo quindici giorni di duro lavoro in altura sul Teide, al Giro del Trentino ha faticato molto, e anche ieri si è arreso sul più bello: sulla côte di Saint Nicolas, a soli 7 km dal traguardo, dove si scatena la battaglia. Mancano dieci giorni al via del Giro d'Italia (il prossimo 6 maggio dall'Olanda), ma per il suo staff non è il caso di lanciare l'allarme, anzi. «È un rischio calcolato ci ha spiegato Paolo Slongo, allenatore del campione d'Italia -. Al Trentino Vincenzo aveva le pulsazioni del suo cuore molto alte. Anche nell'ultima tappa, quando è andato in fuga, ha pedalato in salita a 366 watt medi con una frequenza cardiaca di 177 pulsazioni. Per darvi un'idea: quando Vincenzo sta bene, ha una soglia tra i 165 e i 175. Per lui era come correre con un limitatore.

Era impensabile che si sbloccasse in una giornata difficile come quella di oggi (ieri per chi legge, ndr). In ogni caso siamo più che sereni: i processi fisiologici di adattamento all'altura vanno rispettati. Una volta terminati vedrete che i frutti del grande lavoro svolto si vedranno nitidamente».

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