L'Inter di Conte capolista fa saltare i nervi alla Juve

Il tecnico nerazzurro parla di bilanci in risposta al bianconero che si era lamentato del caldo

L'Inter di Conte capolista fa saltare i nervi alla Juve

Il bersaglio è talmente grosso, che per centrarlo non serve mirare. La Juve è sempre là, in alto, in mezzo ai pensieri di tutti, traboccante di trofei e con l'organico sovrabbondante, ma per ora anche con 2 punti in meno in classifica. E allora a Conte non è sembrato vero poter rifilare già a metà settembre la prima stoccata al rivale designato Sarri, peraltro alla prima occasione utile. E via con l'allusione a «bilanci e stati patrimoniali» e quel «stia tranquillo perché ora sta dalla parte forte», che o non vale nulla, perché il calcio è anche chiacchiera, o vale tutto perché lui da quella parte forte c'è stato una quindicina d'anni, prima in campo e poi in panchina.

A Torino, manco a dirla, non l'hanno presa bene. Non parlano, ma aspettano il 6 ottobre e il primo faccia a faccia, nella speranza che da mercoledì (vs Atletico Madrid) ad allora crescano gioco e risultati e calino gl'infortuni (Douglas Costa e forse Pjanic sono fuori per la Champions, il brasiliano per molto altro tempo ancora). Il passaggio da Allegri a Sarri non poteva non essere traumatico, così si rischia di andare oltre le aspettative. Certo, la malattia del tecnico non ha aiutato: Agnelli spera sia solo questione di tempo. Lo stesso che Conte, nonostante il primato solitario almeno fino a stasera, chiede per fare vedere la vera Inter.

Il calendario, è giusto dirlo, ha contribuito al primo posto: la Juventus ha giocato con Napoli e Fiorentina, il Napoli con Fiorentina e Juventus. Se la corsa scudetto è affar loro, la partenza nerazzurra contro Lecce, Cagliari e Udinese, per di più 2 volte su 3 a San Siro, è stata decisamente in discesa.

Finora, tanto, anzi tantissimo Sensi, un po' di Lukaku (col Lecce, poi sempre meno), niente Barella. Con l'Udinese si sono visti Sanchez (gol sbagliato al primo pallone toccato con la maglia dell'Inter) e soprattutto Godin, con il suo carico di carisma ed esperienza. Domani sera sarà un'Inter diversa da quella di sabato, non già con i 2 trequartisti in appoggio al gigante nero, ma non Martinez di punta (più ovviamente Lukaku). Cambierà qualcosa anche in mezzo al campo (Vecino per Barella la mossa più probabile). In tribuna anche papà Zhang Jindong, mai avvistato nella scorsa stagione, richiamato dal primato e curioso di conoscere l'euroatmosfera Champions . Oggi, visita alla Pinetina e incontro con squadra e allenatore.

Piccola nota statistica, (mezzo) avviso ai naviganti dei sogni. Conte è partito forte, ma in un passato recente c'è chi all'Inter è partito più forte di lui. Mancini, per esempio, che nell'autunno del 2015 ne vinse 5 di fila e che di punti di vantaggio sulla Juventus arrivò ad averne anche 10 (poi sappiamo com'è finita).

O come Spalletti che al suo primo anno (2017) ne vinse 4 su 4 e 7 delle prime 8, arrivando in testa al campionato, da solo, fino alla 16esima giornata (3 dicembre 2017, l'ultima dell'Inter primatista solitaria). Per chi ha fretta e non vuole aspettare il 6 ottobre, le prime verità arriveranno da Champions e derby.

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