Milano Pronti via e l'Inter scatta bella e veloce come nessun altro nella prima di campionato: 4-0 e tutti a casa. E non che il Lecce scenda a San Siro rassegnato e disposto a contenere i danni, anzi. Meno di un quarto d'ora e solo un provvidenziale colpo di testa di Skriniar nega il vantaggio a Lapadula, lanciato da Falco e bravo ad aggirare Handanovic, uscito fuori area per fermarlo. È la sveglia per l'Inter, che prima sbaglia clamorosamente con Martinez a due metri dalla porta (17') e poi trova l'uno-due che di fatto chiude il primo capitolo della stagione. Candreva da destra per Asamoah al vertice opposto dell'area, tocco arretrato per Brozovic che disegna col destro una traiettoria fantastica (20'). Poi tocca a Sensi, il principino dell'estate nerazzurra, che fa tutto da solo: calcia dal limite addosso a Martinez, riprende il pallone, salta in slalom 2 leccesi, anticipa il terzo e in diagonale da destra infila Gabriel per la seconda volta (24').
Tutti promossi, compreso Lukaku, che firma il 3-0 dopo un quarto d'ora di ripresa (botta di Martinez non trattenuta da Gabriel, tap-in vincente del belga congolese). Il gigante nero è spettacolo puro quando parte in contropiede e il gioco del Lecce glielo consente più volte (Liverani qualcosa dovrà rivedere, se pensa di salvarsi...). Sembra perfetto per il gioco tutto muscoli di Conte, acclamato dai nuovi tifosi e come sempre lungamente insultato dai conterranei salentini. Altre note di cronaca dagli spalti: coreografia stile derby e coro commemorativo per l'ultrà laziale Fabrizio Piscitelli, assassinato in estate; striscione di bentornato a casa per Lele Oriali e striscione con coro per l'ex Gigi Simoni, che sta lottando per la vita in un letto dell'ospedale di Pisa. Icardi (che ha disertato la prima da spettatore) è già il passato: completamente ignorato, là dove per 6 anni è stato prima adorato e poi fischiato.
Impressionante il numero di spettatori, per quanto previsto: 64.488 persone, un lunedì di fine agosto per una sfida con un avversario qualunque, sono testimonianza tangibile dell'entusiasmo che zampilla intorno alla creatura di Conte, ma anche delle altissime aspettative della gente. L'ex capitano e allenatore della Juventus, evidentemente non ha avuto bisogno di vincere per conquistarsi i nuovi tifosi, gli è bastato il curriculum, anche se bianconero.
La sua mano però s'è vista un'amichevole dopo l'altra, una crescita indiscutibile che consegna al debutto una squadra fisicamente già in ottima salute, con giocatori rigenerati (Brozovic, Asamoah e Candreva, autore del siluro finale), altri splendidamente inseriti (Sensi, ma anche Lukaku sa già cosa fare e cosa lo aspetta) e pochi equivoci ancora da chiarire (Martinez ci è o ci fa? Nel dubbio Conte insiste per il secondo acquisto in attacco...).Juventus e Napoli sono partite prima, ma la risposta dell'Inter è tanto chiara quanto forte: quest'anno la rotta scudetto passa anche da San Siro (almeno quello in nerazzurro).
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