Sport

Lippi sulla lite Conte-Agnelli: "Sono acredini del passato"

Lippi ha dato la sua opinione sullo screzio Conte-Agnelli: "Quando si giocano partite così importanti c'è grande tensione e allora scappano una parola o un atteggiamento sbagliato"

Lippi sulla lite Conte-Agnelli: "Sono acredini del passato"

La lite tra Antonio Conte e Andrea Agnelli ha di fatto monopolizzato il post partita di Coppa Italia Juventus-Inter. Chi conosce bene entrambi, ovvero Marcello Lippi, ai microfoni di Radio Anch'Io lo Sport ha dato la sua opinione sullo screzio tra il presidente bianconero e sull'allenatore nerazzurro: "Quando si giocano partite così importanti c'è grande tensione e allora scappano una parola o un atteggiamento sbagliato che, con uno stato d'animo normale, eviteresti. Ma è evidente: ci sono degli screzi che vengono dal passato".

Lotta scudetto serrata

L'ex ct della nazionale italiana ha poi affrontato il tema "lotta scudetto" dove ci sono ben sette squadre racchiuse in 10 punti, tra i 50 dell'Inter e i 40 di Lazio, Napoli e Atalanta: "Adesso si va dai 50 punti dell'Inter fino ai 43 della Roma, con Napoli e Juventus che devono recuperare una partita. Queste 4-5 squadre si giocheranno lo scudetto fino alla fine", questo il pensiero di Lippi sulla scudeto che potrebbe coinvolgere Inter, Milan, Juventus, Napoli e Roma con Atalanta e Lazio più staccate.

"L'unica squadra che deve ancora trovare una fisionomia di gioco sicura è la Juventus, perché ha rinnovato tantissimo e non ha potuto fare verifiche se non nelle prime partite di campionato. E infatti ha avuto un periodo un po' difficile", il pensiero di Lippi sulla sua Juventus, che si è poi soffermato sull'Inter di Antonio Conte: "L'Inter è questa, ci può essere una variazione con Eriksen ma è questa. Ha soltanto il campionato ed è sicuramente avvantaggiata".

Lippi ha poi affrontato il tema Milan, sconfitto dallo Spezia ma ancora vivo per la lotta scudetto: "Il Milan ancora in corsa?Assolutamente sì, è a un punto dalla vetta, ha colmato anche una delle lacune che aveva, ovvero il numero di giocatori a disposizione. Se la giocherà fino in fondo, ha assunto una dimensione e una consapevolezza e un'autostima che all'inizio non aveva e che adesso invece ha".

L'ex allenatore di Inter e Juventus ha poi parlato della sua esperienza in Cina svelando come sia in atto un cambiamento: "C'è un'occidentalizzazione che non piace molto al Governo. Il calcio sta subendo un ridimensionamento, almeno fino a quando non si risolverà definitivamente il problema del Covid. Non vengono visti di buon occhio tutti questi soldi che vanno a giocatori e tecnici stranieri".

Segui già la pagina di sport de ilGiornale.it?

Commenti