L'Europa fa i conti con l'Italia. Non quella della politica e della finanza, il football cancella lo spread e restituisce dignità al nostro calcio mortificato dall'eliminazione mondiale.
Quattro vittorie sono il patrimonio splendido di questo secondo turno di Champions, ottima l'Inter in Olanda, di forma e di sostanza, ritrovato Nainggolan, rivisto Icardi, qualche ombra ancora in Perisic ma contava vincere, contava uscire almeno con un punto. In contemporanea, la batosta inflitta dal Barcellona (105ª rete in coppa di Messi!) al Tottenham, sul campo da circo equestre che è diventato il prato di Wembley, porta la squadra di Spalletti vicina alla qualificazione con 6 punti di vantaggio sugli inglesi. Ora la doppia sfida consecutiva con Messi potrebbe rappresentare l'esame di maturità definitivo per i nerazzurri.
Magico il Napoli, di stile inglese, tosto, veloce, aggressivo a mettere paura e stendere i finalisti dell'ultima edizione, Klopp ha capito che Ancelotti fa cose serie, non spaccia calcio anche se scivola su questioni parrocchiali. Il Liverpool scopre un altro Napoli, meno sarrista, meno scolastico ma più concreto, direi mai vista la squadra napoletana con questa cifra agonistica e tecnica in Europa, nemmeno ai tempi di Diego Armando Maradona, segno che l'arrivo di Ancelotti ha portato maturità a un gruppo che di questo bisognava e non di lamenti e pensieri grigi. Napoli ai massimi per novanta minuti, con una velocità incredibile e un ordine tattico raramente esibito finalmente premiato all'ultimo giro da Insigne. Monta la rabbia per quel modesto pareggio di Belgrado, nella prima partita; questa vittoria contro il Liverpool ha un valore storico, un viagra che serviva alla squadra e deve darle sicurezza definitiva, in testa al girone.
Turno spettacolare per i gol, tre quelli di Neymar nella tennistica vittoria del Paris St.
Germain sulla Stella Rossa che fu, bellissimi quelli di Nainggolan e Rakitic, da paperissima l'uscita per trifogli di Lloris, portiere francese degli Spurs, sul primo gol di Coutinho. Totale: tra le grandi d'Europa l'Italia è la sola, in questo giro, a non avere subìto sconfitte.
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