Di certo, uno così in Serie A non ce l'ha nessuno: 192 cm e almeno 90 kg, 26 anni e un sacco di gol in carriera (113 in Premier, 48 in Nazionale, come nessun altro nella storia del Belgio). Da solo Romelu Lukaku potrebbe non bastare per colmare il gap con la Juventus (21 punti alla fine dello scorso campionato; 230 sommando gli esiti delle ultime 8 stagioni) ma certo vale ai nuovi tifosi (e allo stesso club nerazzurro) la soddisfazione dello schiaffo beffa ai padroni del calcio italiano.
Antonio Conte è servito: Marotta (e Zhang, che paga) gli danno quel che nemmeno Abramovich era riuscito a dargli. Il centravanti architrave di un progetto offensivo che il tecnico ha in mente da mesi, ma su cui in pratica comincia a lavorare con l'allenamento di oggi. Lukaku non gioca da due mesi, l'ultima volta con la nazionale belga. È fuori condizione e sovrappeso, come con malizia ha fatto notare Gary Neville («è sopra i 100 kg! Segnerà tanti gol e farà bene all'Inter, ma la mancanza di professionalità è contagiosa», il suo tweet al veleno).
La prima speranza è di averlo pronto per il debutto del 26 agosto (Inter-Lecce), la seconda di potergli presto affiancare Dzeko (della cui professionalità non si può invece dubitare). Ce ne sarebbe poi anche una terza, ma a questa all'Inter nessuno ha voglia di pensare: ovvero che a Manchester si siano sbagliati nello scaricarlo, puntando su altri attaccanti. Perché è vero che l'Inter ha pagato tanto, come mai nella sua storia, ma è anche vero che lo United il giocatore l'aveva messo in vetrina con cartellino del prezzo bene in vista.
Garantisce Conte, ovvio. Che l'ha visto da vicino in Premier, ma finora non l'ha mai allenato. Con Lukaku in squadra, per quanto in ritardo di qualche settimana rispetto a quanto sperato, il tecnico si gioca gran parte degli alibi che avrebbe avuto senza il belga. Adesso deve farlo correre (al di là di quelli che sono i test di velocità autodiffusi da Lukaku, sui quali s'è prodotta la solita quantità di improponibili paragoni) e soprattutto segnare. «Volevo solo l'Inter, sono qui per riportare i nerazzurri alla vittoria», ha detto.
Sbarcato a Milano nella notte, ieri visite mediche ok prima all'Humanitas e poi al centro Coni, firma del contratto quinquennale in sede (9 milioni netti a stagione), nel tardo pomeriggio l'abbraccio con Conte. Per ora, da sito ufficiale, ha preso il numero 11 con il 9 che rimane a Icardi. Per ora. Ma da oggi si fa sul serio.
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