Non sapremo mai se la febbre (?) che ha impedito ad Antonio Conte di raccontare il suo Sassuolo-Inter sia figlia di un precoce male di stagione o dell'insana arrabbiatura che deve averlo colto quando, a un quarto d'ora dal termine e sull'1-4 per l'Inter, la sua squadra ha deciso che la partita era finita e si poteva pensare ad altro. Resta che al Sassuolo non poteva andare bene perdere così grossolanamente, sul campo di casa e nella prima domenica del dopo Squinzi, e allora ecco che il finale tiene fede alla tradizione (recente come la sfida) che vuole Sassuolo-Inter essere tutto fuorché una partita banale (13 partite, 1 solo pareggio). Stavolta, di contorno, anche un paracadutista inatteso, atterrato al centro del campo mentre Lukaku stava per calciare il rigore dell'1-3 (43' pt): fuori programma pacifico, tra gl'increduli giocatori e gli applausi del pubblico. Dopo la trasformazione, inquietante il truce ghigno di Lukaku rivolto alla curva del Sassuolo, tanto da far sospettare qualche ululato razzista.
Per Conte, troppo preso a recitare se stesso nella parte del tecnico-guerriero, nel post partita è più facile evitare di parlare pubblicamente, alzando invece la voce negli spogliatoi verso la squadra, per lo sciagurato finale. Un po' di sana autocritica dovrebbe invece spingerlo a considerare di essere stato lui a dire all'Inter che, avanti di 3 gol e a 20 minuti dalla fine, si poteva pensare al Borussia Dortmund, in arrivo mercoledì a San Siro. Per questo motivo, deve essergli sembrato giusto togliere lo straordinario Lautaro Martinez (un gol fatto, uno annullato, uno sbagliato, un rigore procurato, un altro segnato: insomma, una partita gigantesca) per permettere la passerella all'ex neroverde Politano (che peraltro non l'ha mai presa).
È stato il segnale. Boga ha acceso la luce che mezza Inter aveva repentinamente spento: l'ingresso dello sciagurato Lazaro ha fatto il resto. Al primo pallone, l'austriaco libera Boga, che lancia Djuricic, solo in area in mezzo ai birilli di Conte: tocco di punta e Handanovic battuto. Poco oltre, tra gli stessi birilli, Boga s'infila personalmente per realizzare il gol del 3-4. Mancavano 9 minuti più recupero (5'): c'era sì di che avere paura, ma in un modo o nell'altro non succedeva più nulla e così l'Inter può continuare la sua corsa alle spalle della Juventus, l'unico avversario cui in Italia finora hanno concesso qualcosa (cioè tutto, cioè la partita). Molto bene Gagliardini, tra i più lucidi anche nel convulso finale. Difesa sotto accusa più del centrocampo: subiti 3 gol in un solo pomeriggio, contro 4 nelle prime 7 partite.
Per la statistica siamo alla quarta vittoria nelle prime 4 partite in trasferta (solo altre 4 volte nella storia nerazzurra, l'ultima nel 2012), secondo posto blindato, con 5 punti in più dell'anno scorso.
In più, segnali finalmente importanti dagli attaccanti: la doppia doppietta di Lukaku e Martinez (coppia titolare già prima del ko di Sanchez) dà respiro ai numeri: siamo a 9 gol in 2 (4 rigori) nei primi 8 turni. Più o meno quanto Icardi in forma segnava da solo, ma questo è un altro discorso e soprattutto questa è un'altra Inter.
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