Oggi la Juventus si laurea campione d'Italia. Si conclude il campionato di calcio con venti giornate di anticipo. Non c'entra Moggi. Almeno stavolta. Il fattore M è un altro. Non Massimo Moratti, almeno stavolta, nemmeno Mario Monti, nemmeno lui. Trattasi dei Maya e della loro profezia catastrofica che dovrebbe colpire, per incominciare, alle sette del mattino, ora italiana, la repubblica di Kiribati, un arcipelago dell'Oceano Pacifico dove non risulta, al momento, sia in calendario un turno di campionato di calcio nello stadio nazionale Bairiki, né altrove. Poi l'onda dell'Apocalisse proseguirà la sua corsa viaggiando verso nuovi siti per coinvolgere la Patria nostra. Tre codici dei Maya sono riusciti a sfuggire ai roghi con i quali gli spagnoli speravano di disfarsi del male. Ma nessuno di questi testi o geroglifici è finito in via Allegri, Roma, sede della Federazione Italiana Giuoco Calcio e dunque sul tavolo dell'esimio Palazzi. Non risulta nemmeno che i vari pubblici ministeri, impegnati nelle inchieste su scommesse e corruzione calcistiche, abbiano ricevuto documenti in merito o siano in possesso di intercettazioni ambientali utili alle indagini ma di ardua traduzione e decodifica. Lo stesso dicasi per i giornalisti esperti nel settore copia e incolla.
Comunque le chiacchiere stanno a zero e la paura cresce, a differenza dei salari. Sono già pronti reclami e ricorsi di urgenza da parte delle altre diciannove squadre in corsa, Moratti si è lasciato andare a un classico «ci risiamo, i Maya sono fantastici ma mi ricordano un passato strano»; Lotito si è limitato a una profezia: «Ad majora, sic et simpliciter»; De Laurentiis si è scagliato contro il palazzo, anzi le piramidi; Galliani mostra sul suo telefono cellulare la fotografia di un antenato Maya; Della Valle sceglie il low profile e studia un made in Chiapas con la sponsorizzazione di una stele; Zeman insinua che i Maya siano dopati più che apocalittici; Zamparini propone l'esonero del profeta; Balotelli mostra una maya, sorry una maglia, con la scritta: «Me too?», anche io?; Prandelli scopre l'esistenza di altri codici oltre a quello etico; Abete comprende la rabbia dei presidenti ma si rivolge a Platini per sapere come intervenire; Beretta non sa da che parte cominciare anche quando ormai è finita. Insomma il football italiano sta vivendo ore critiche.
Ovviamente è tutto uno scherzo. Dico quello della fine del mondo prevista dai Maya. Il resto, ovviamente, è tutta roba verissima.
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