Una Signora in versione minimal centra la qualificazione agli ottavi di finale che le mettono in tasca un'ottantina di milioni. Ovviamente la firma che condanna il Valencia è della solita coppia, sempre più implacabile: Cristiano Ronaldo crea, Mandzukic segna. Vittoria di misura, quell'uno a zero che tanto piace a Massimiliano Allegri, meno ai tifosi sempre in ansia fino all'ultimo perché i bianconeri come con il Manchester United non la chiudono e anche gli spagnoli sfiorano almeno la beffa del pareggio. Che sarebbe stata letale, perché Mou ancora una volta la spunta al novantesimo contro lo Young Boys. Così la Signora resta al comando del girone, ma in Svizzera tra due settimane non basterà il pareggio in caso di successo del Manchester a Valencia per finire nell'urna delle prime della classe.
Comunque quella che centra la qualificazione non è la solita Juventus di Champions vista finora, bella e intraprendente a parte gli ultimi 10' contro lo Special One. Lo si capisce subito con un paio di palle perse in impostazione che innescano il contropiede del Valencia. Allegri alla vigilia aveva sdoganato il «disordine creativo» parlando del suo attacco che non dà punti di riferimento. In realtà a regnare è la confusione per la varietà di errori: Pjanic fatica a prendere il comando delle operazioni, Dybala versione trequartista si accende solo a sprazzi. Partecipa anche Cristiano Ronaldo con un paio di scelte sbagliate, una in particolare sprecando un passaggio facile in contropiede. Non da lui, ma evidentemente il Valencia non gli porta bene considerata anche l'espulsione ingiusta all'andata. La Juve, nervosa, in 45 minuti colleziona una sola vera palla gol con Cancelo, migliore dei suoi, che inventa un esterno destro finito largo. Manca anche un rigore, perché la sportellata su Pjanic lascia più di un dubbio. Colossale l'occasione che confeziona il Valencia a ridosso dell'intervallo: sul colpo di testa violento di Diakhaby è monumentale il riflesso di Szczesny. Il polacco si rifà delle critiche dopo la rimonta del Manchester e si dimostra all'altezza dell'eredità di Buffon.
Scampato il pericolo, Allegri deve anche rinunciare ad Alex Sandro e sceglie Cuadrado non avendo terzini in panchina (De Sciglio spedito in tribuna). Il Valencia non ha nulla da perdere, mentre si rivede a tratti l'ansia europea della Signora. Quella che pareva debellata con l'arrivo di Cristiano Ronaldo. Non fai in tempo a pensarlo, che CR7 inventa dal nulla (dopo combinazione con Cancelo) l'assist che manda in gol a porta vuota Mandzukic. Neanche il tempo di esultare che per un attimo cala il gelo all'Allianz Stadium, ma è clamoroso il tocco con la mano sul gol di Diakhaby. Ancora una volta su palla inattiva come nell'occasione del primo tempo, come il gol del 2-1 dell'United, a conferma che anche la Juve ha un tallone d'Achille. Ma a far arrabbiare Allegri devono essere i colpi di tacco di cui la Signora abusa. Le urla dell'allenatore si fanno sentire mentre l'ex Neto, anche avvelenato, dice prima di no al sinistro di Dybala, poi alla testata di Ronaldo. Mandzukic si divora il gol della tranquillità e Chiellini si deve immolare su Batshuayi e disinnescare l'assalto disperato del Valencia.
L'ultimo fantasma lo scaccia Ronaldo intercettando in difesa. Allegri centra per la nona volta di fila (su nove partecipazioni) gli ottavi di finale, ma il primo posto la Vecchia Signora dovrà andare a prenderselo in Svizzera dai «giovani ragazzi» dello Young Boys.
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