Malori, la seconda vita: "In coma e paralizzato. Tornare è la mia vittoria"

Adriano rientrerà in Canada il 9 settembre dopo la caduta choc a gennaio in Argentina

Malori, la seconda vita: "In coma e paralizzato. Tornare è la mia vittoria"

Dove eravamo rimasti. La frase rievoca una pagina di malagiustizia tipicamente italiana, quella pronunciata da Adriano Malori di buona sanità: spagnola. "Avevo la parte destra che non rispondeva più ha raccontato il 28enne ragazzo parmigiano della Movistar (la squadra di Quintana e Valverde, ndr) e mi avevano dato davvero poche speranze di tornare a vivere come una persona normale, ma a Pamplona ho trovato uno staff medico di eccellenza assoluta".

Adriano Malori, vice campione del mondo della cronometro, tornerà in bicicletta il 9 settembre prossimo, in Canada, dove disputerà le gare in programma in Quebec e a Montreal. "Lì inizierà la mia seconda vita, non solo quella sportiva. Se mi emozionerò quando mi spillerò nuovamente il numero sulla schiena? Penso proprio di sì".

Arriva accompagnato dalla moglie Elisa all'hotel Regina di Salsomaggiore Terme con due minuti di ritardo. Qui ha dato appuntamento ai cronisti. "Devo ritrovare il colpo di pedale giusto...", dice con un sorriso ampio e luminoso. Sta bene il ragazzo, che saluta tutti con calore. Poi passa al racconto: "Era il 22 gennaio, stavo benissimo spiega alla vasta platea che annovera tra gli altri anche il campione del mondo di Imola '68 Vittorio Adorni -. Parlo con Nibali per attaccare nel finale. Di colpo iniziano dei fotogrammi, poco nitidi che sono andati schiarendosi 15 giorni dopo. Mi sono reso conto che ero in ospedale in Argentina con la parte destra del corpo paralizzata. Ero il vicecampione del mondo della crono e mi trovavo di colpo a dover suonare il campanello per andare in bagno". Parla tutto d'un fiato, Adriano. Non serve fargli domande. "A Pamplona, dopo il trasferimento, mi spiegano tutto per filo e per segno, perché in Argentina inizialmente erano rimasti piuttosto vaghi. Un medico mi ha detto che il cervello si era disconnesso dalla parte destra del corpo. Con un po' di fortuna e con tanta riabilitazione tornerai una persona normale. Un altro quello furbo con grande sensibilità invece mi dice di ritenermi fortunato se tornerai in bici a comprare il pane".

Andrà a prendere il pane, Adriano, ma volerà anche in Canada: "Alla faccia di quel genio", dice con un sorrisino compiaciuto. Poi aggiunge: "Ho condiviso la mia esperienza con gente che stava molto male, e quando ero in sedia a rotelle sono arrivato anche a invidiare chi camminava con le stampelle. Poi a fine marzo la svolta: salgo sui rulli, circa un'ora al giorno. Ho passato due mesi con 6 ore di riabilitazione. L'obiettivo all'inizio non era tornare a fare il corridore ma tornare a tagliarmi la bistecca da solo".

E se nella vita ci sono date terribili, come quella del 22 gennaio, ce ne sono altre che segnano il ritorno e sono cariche di speranza. "Il 28 aprile ho fatto una prova nel capannone della squadra: mezz'ora in bici con neurologo e fisioterapista. È in quel preciso momento che ho cominciato a sperare di tornare a correre. Poi però i miglioramenti si sono improvvisamente fatti quasi invisibili e sono ripiombato nello sconforto: da metà maggio a metà giugno ho trascorso un altro periodo difficilissimo".

Parole asciutte. Taglienti. Che non tradiscono il minimo d'emozione. "Torno a Pamplona. Adriano, hai perso la retta via, mi dicono. E allora ancora sotto con le terapie. Ho fatto solo una sosta a casa per sposarmi con Elisa. Fino al 10 agosto ho proseguito la riabilitazione e poi ecco il permesso per tornare a lavorare: perché il ciclismo è il mio lavoro. Perché ho deciso di raccontare la mia storia? Per quanti sono nella situazione in cui mi sono trovato io. Per tutti quelli che soffrono. Come ci ho creduto io ci devono credere anche loro. Alla faccia di chi ti dice stai calmo ragazzo, la tua vita è segnata".

È franco, Adriano. E non ha il timore di mettersi a nudo. "Ai Giochi avrei dovuto esserci anch'io.

La crono olimpica l'ha vinta Fabian (Cancellara, ndr), uno che ha un fisico simile al mio. Ho passato tre giorni incazzato come un drago, ma sono contento che abbia vinto lui. Ma oggi sono qui per dirvi che ho vinto anch'io".

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