Non gioca benissimo? Non dà spettacolo? Non è sempre brillante? Chi se ne frega. Vince. Di più. Perché con la qualificazione agli Europei del 2020 già in tasca con tre turni d'anticipo, ora c'è tutto il tempo per programmare, per limare i dettagli, per risolvere i problemi. E sì, magari anche per trovare quel bel gioco che renderebbe la creatura di Mancini una macchina quasi perfetta e competitiva, anche contro quegli avversari di primo livello che, oggettivamente, non erano nel nostro girone.
Missione compiuta, fin qui. Quello che gli era stato chiesto, Mancini lo ha realizzato. Non era facile ereditare una Nazionale umiliata e offesa, costretta a guardare in televisione il Mondiale. Eppure lui ce l'ha fatta. Passo passo, senza proclami, lavorando sul gruppo e setacciando la seria A ma anche la B e i campionati esteri, a caccia di talenti, meglio se giovani. Una Nations League non da protagonisti perché dichiaratamente serviva più come rodaggio, poi il filotto nelle qualificazioni europee con il merito di aver formato un gruppo vero. Idee chiare, schemi precisi, protagonisti intercambiabili. Non tutto è perfetto, sia chiaro. Lo sa anche il Mancio. Manca, per esempio, quell'attacco formidabile in grado di trascinare la squadra con gol e giocate, troppo spesso ci si affida a giocate estemporanee per bucare le difese avversarie. Ma tanto altro funziona, vedi un centrocampo che abbina tiki taka e solidità e una difesa tornata nostro marchio di fabbrica. Ci sarà tempo tutto un campionato per trovare le giuste soluzioni e portare a compimento il progetto Mancini.
Già perché il ct è ambizioso. Lo è sempre stato, in campo prima e in panchina poi. «Sogno un ritorno delle notti magiche», ha detto e più che una dichiarazione è un manifesto. Entusiasmo e senso di appartenenza per una Nazionale che possa tornare ad essere vincente. Perché ora si può fare, ci si può sbilanciare. E si può sognare. Il primo traguardo è stato raggiunto in scioltezza e il pensiero va già a una kermesse europea che l'Italia vuole vivere da protagonista giocandosela con tutti. Francia, Spagna, Germania per intendersi. A suo dire la rosa per l'Europeo è pressoché definita ma uno come lui starà attento, attentissimo a quello che offrirà il campionato da qui a maggio. E chi se lo meriterà, avrà la sua occasione di farsi vedere anche se è difficilissimo immaginare rivoluzioni. «Ho sempre pensato che in Italia i giocatori bravi ci fossero, magari bisognava aspettare un po' di tempo. Bastava dare fiducia e aspettare i giocatori», ha detto il Mancio. Lo stesso Ct che si prese del folle quando chiamò in azzurro quello sbarbatello di Zaniolo prima ancora che debuttasse in serie A. Lo stesso che si sta coccolando Tonali. Lo stesso che ha aperto le porte a Castrovilli per l'immediato futuro. E lo stesso che potrebbe dare un'occasione a chi, come Balotelli, ha deciso di mettersi in gioco per davvero, senza più alibi.
La linea, comunque, è tracciata. Una Nazionale giovane, fresca, tosta. Una squadra che punti sul talento e sulla voglia di stupire.
Una Nazionale di tutti, capace di entusiasmare e di trascinare tutti, o quasi. Perché siamo pur sempre in Italia, patria del mugugno. Ma questa nazionale piace. Questa nazionale, finora, ha vinto. Questa Nazionale può andare lontano e vincere ancora, per davvero.
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