L'Italia di Roberto Mancini, con un serbatoio di «azzurrabili» sempre più vuoto, il ranking peggiore della storia e con gerarchie ancora tutte da stabilire, inizia stasera a Bologna («sarà un'emozione speciale», ha detto il ct) l'avventura in Nations League. Il primo compito del Mancio è cancellare in tre mesi, nel doppio confronto con Polonia e Portogallo, lo scempio del Mondiale mancato. Vincere il girone significherebbe un'immediata risalita nella classifica per nazioni, essere testa di serie nel sorteggio per i gironi di Euro 2020 e ospitare i play-off della Lega A della neonata competizione. «Le nostre avversarie hanno al momento qualcosa in più, ma siamo contenti di iniziare questo torneo che può darci soddisfazioni se ci mettiamo qualcosa - così Mancini -. Credo sia sempre meglio giocare per i tre punti piuttosto che giocare amichevoli, in particolare per chi, come noi, ha tanti ragazzi da far crescere. Dove c'è da migliorare? L'Italia non si è qualificata al Mondiale perché non ha segnato alla Svezia, alle volte capita di non segnare le occasioni che si creano. Sappiamo di dover crescere, ma soprattutto di doverlo fare in fretta».
Al Dall'Ara Mancini trova subito la Polonia degli «italiani», delusa dall'ultimo Mondiale. «L'obiettivo è ambizioso e chiaro: vincere e giocare bene», il mantra del ct sin dal primo giorno di ritiro. Un discorso fatto davanti a microfoni e taccuini, poi al suo gruppo allargato di 30 giocatori che potrebbero ruotare, e non poco, nella doppia sfida prevista in 72 ore. Ieri, alla vigilia del match con i polacchi (già affrontati 15 volte con cinque vittorie azzurre), il ct avrà dato le ultime istruzioni tattiche. «La formazione l'ho decisa, ma prima la dirò ai miei giocatori. Il modulo? Non conta quello, conta più l'atteggiamento che la squadra dimostrerà di avere, creando, giocando e magari rischiando qualcosa», ha sottolineato il ct. Al di là dei moduli - si partirà con il 4-3-3 che si evolverà in corso d'opera - le certezze della prima ufficiale sembrano essere nell'asse principale della squadra: Donnarumma in porta, Bonucci (stasera 81 presenze in azzurro come Baresi, Bergomi e Tardelli) regista difensivo, Jorginho geometra del centrocampo, Balotelli punta centrale. «Ha giocato solo 76 minuti in campionato? Mi preoccupano tutti quelli che hanno giocato poco, anche se dopo 3 giornate non possono essere tutti al massimo della condizione», ha evidenziato il ct.
SuperMario inizia la sua terza vita in Nazionale: il suo primo gol in azzurro lo segnò proprio a Szczesny e alla Polonia l'11 novembre 2011. A lui si affida il Mancio per ritrovare il gol che in azzurro è arrivato solo 8 volte, con altrettanti giocatori diversi, nelle ultime 10 partite. I nove attaccanti utilizzati da Ventura hanno digiunato come mai nessuno prima e all'attaccante del Nizza si chiede di ridare dignità al reparto. Con Belotti, Immobile e Zaza (in attuale ordine gerarchico nella testa di Mancini) pronti a fare la loro parte se chiamati in causa.
Chiellini indosserà la fascia di capitano ereditata dall'amico Buffon: «Non ero sicuro di tornare in azzurro, poi ci ho riflettuto bene, in Italia la Nazionale non è una cosa che si può rifiutare. A Coverciano in questi giorni si è respirato un clima sereno, ho trovato entusiasmo e talento. Fino a quando sarò qui farò di tutto per aiutare i giovani e non sarò mai un problema per questo gruppo».
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