Decidono le 3 parate di Buffon sui tiri degli estemporanei rigoristi dell'Inter (3 dentro: Puskas, Joao Mario, Barella; 3 fuori: Ranocchia, Longo, Borja Valero). Rabiot e Bernardeschi sbagliano i primi 2 matchball, così tocca a Demiral chiudere il conto sommando il suo rigore a quelli precedentemente trasformati da Cancelo, Ronaldo ed Emre Can. E così l'1-1 nella fornace di Nanchino diventa 5-4 per la prima vittoria della Juventus nell'ICC 2019, nonché ovviamente la seconda sconfitta dell'Inter.
Eppure, Conte più di Sarri può dirsi in progresso rispetto alla partita di esordio. Mai in gara contro lo United, stavolta l'Inter va in vantaggio su autogol del gioiello ancora poco brillante De Ligt e per una buona mezz'ora, la prima, domina l'avversario sul piano fisico e mentale. Esterni (Candreva e Dalbert) molto alti, per quanto con i maldestri piedi di sempre, gran ritmo e geometrie efficaci dettate da Sensi, il migliore del primo tempo. «La squadra mi sta dando grande disponibilità», sottolinea Conte, peraltro arrabbiato per la sconfitta: «Sì, rosico e tutti dobbiamo farlo».
Come sorpresa da tanta intensità («ho sbagliato io, che in mattinata ho fatto allenare la squadra per 45 minuti in un caldo infernale», dirà poi Sarri), la Juventus prova a rimediare con un calcio accademico, orchestrato dall'osannato CR7, con Higuain in campo con molta volontà, ma mai al tiro, una fitta ragnatela di passaggi, ma un ritmo troppo lento. Perisic in attacco al fianco di Esposito è una forzatura, ma è giusto ammettere che almeno il croato s'impegna assai. Icardi invece carica su Instagram il suo pomeriggio ad Appiano: ogni occasione è buona per dimostrare che hanno ragione gli altri e torto lui.
Mandzukic entra e con lui si alza subito il rendimento di CR7, già pericoloso un paio di volte prima di trovare su punizione («sporcata» in barriera da Skriniar) il gol del pareggio. Ma era da annullare con le nuove regole: Bonucci era troppo vicino alla barriera interista. «Adesso si possono accettare gli errori ma non la passività: si può anche sbagliare ma difendendo in avanti e non andando all'indietro»: parola di Sarri, chiamato a cambiare la mentalità di una squadra abituata a vincere ma non a imporsi, se si coglie la non sottile differenza.
Sull'onda del pareggio, sembrerebbe scontata la vittoria della Juventus, invece l'orgoglio dell'Inter regala i rigori agli spettatori cinesi, quasi tutti con le magliette delle due squadre (vere o tarocche?). A proposito: nel prepartita episodio tutto italiano ma con interpreti rigorosamente cinesi. Striscione dei cinointeristi («rubare è nel vostro dna»), replica a bottigliate, poi tutti a godersi lo spettacolo.
Partita vera anche in questo, insomma. Per quanto possono essere vere le partite di fine luglio, giocate in un clima dall'elevatissimo tasso di umidità, e con formazioni giocoforza provvisorie e lontano da quelle immaginate dagli allenatori.
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