Mario, arrivano i panzer facci rivedere i pettorali

Stasera Italia-Germania. All'Europeo polacco due stoccate del milanista li misero in ginocchio Prandelli: "Non l'ho mai visto così bene". Ultima sconfitta 18 anni fa

Mario, arrivano i panzer facci rivedere i pettorali

Si scrive Italia-Germania, amichevole di lusso secondo definizione un po' retrò, si legge assaggio di mondiale. Serata umida di metà novembre, Milano e San Siro non sembrano particolarmente eccitati dall'evento e infatti apparecchiano una tiepida accoglienza: 30 mila, nella migliore delle ipotesi, gli spettatori previsti, mezzo stadio vuoto insomma. È la serata dedicata alla ricerca sul cancro: solo per questo meriterebbe fare un salto a San Siro. Per fortuna ci sono molti ragazzi, scolaresche intere reclutate. Vedere gli stadi abitati da queste facce pulite ci riconcilia con il calcio e anche col Belpaese. Si scrive Italia-Germania, amichevole che mette alla prova due rivali storici, con statistiche di colore azzurro: ultima sconfitta 18 anni fa, 28 anni addirittura l'insuccesso domestico. Il ricordo nostalgico più recente riporta indietro le lancette dell'orologio fino all'estate del 2012, Varsavia la città sede della semifinale che diede una dimensione e una svolta alla striscia azzurra. È il precedente da scomodare e dal quale partire per giudicare passi avanti incoraggianti o allarmanti dietrofront. «Gli italiani sono lupi travestiti da agnelli» la splendida definizione del ct tedesco, conseguenza di quel 2 a 0 pesante. All'europeo polacco due stoccate di Mario Balotelli, la prima una frustata di testa su delizioso assist di Cassano, la seconda una fiondata su suggerimento lungo e calibrato di Montolivo, misero in ginocchio i panzer e dalle nostre parti legittimarono titoloni con riferimento alla querelle politica con la Merkel. Fu il picco più alto raggiunto dal nostro chiacchierato talento: mise in mostra muscoli pettorali strepitosi e quella foto fece il giro del mondo.

Da allora, gli appuntamenti tra Mario e la Nazionale di solito han provocato grattacapi al Milan e polemiche mediatiche all'interessato. A seguito dell'ultima apparizione, a Napoli contro l'Armenia, e al suo gol che evitò una sconfitta umiliante, Allegri si ritrovò con un Balotelli malconcio. Gomme sgonfie, smalto perduto per via di due settimana consumate tra affaticamento muscolare e attacco violento di gastro-enterite. Fu l'inizio di un tormentato periodo, intrecciato con squalifiche, e scadimento di condizione. Ultimo gol firmato contro il Napoli, a San Siro, prima della sceneggiata contro Banti, l'arbitro. È sempre lui il personaggio centrale di questa Italia che torna a incrociare gli scarpini con la Germania: a lui guardano i ragazzini stasera, a lui guardano i tecnici, a lui guardano, con qualche speranza di recuperarne il talento intatto, anche Allegri e i sodali del Milan alle prese con una crisi senza precedenti. «Mai visto così bene, motivato e determinato» il giudizio del Ct, risposta all'affermazione di Bierhoff. Al suo fianco non può esserci, per una tonsillite Pepito Rossi, e ricompare Osvaldo che non è proprio l'ideale perché gli toglie zolle vitali mentre alle spalle si rivede il sodale in rossonero Montolivo che proprio a Varsavia gli servì una palletta deliziosa. «Questa sfida non ha bisogno di grandi motivazioni, voglio vedere se riusciamo a cancellare le ultime prove, non proprio esaltanti sul piano del gioco» l'aspettativa di Prandelli e di Buffon, il capitano che riconosce invece al Brasile il ruolo di "bestia nera" del calcio azzurro.

La sfida calcistica più antica e nobile, il derby d'Europa secondo i colleghi tedeschi, tocca alla Nazionale di Prandelli più collaudata e anche la più datata, perché i duelli più attesi spettano di diritto ai veterani di cento battaglie, tipo Buffon, tipo Pirlo naturalmente, tipo Thiago Motta che ha un posto speciale nella considerazione del ct ed è in grado persino di togliere spazio a Marchisio, sostituto per l'occasione di De Rossi frenato da una contusione all'alluce del piede destro. Vediamo se riusciamo a essere lupi.

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