Massa, l’allievo che affonda Schumi, il maestro che risorge

Massa, l’allievo che affonda Schumi, il maestro che risorge

La mano sul petto. La mano che lo batte forte, l’altra indica il pubblico sotto il podio del vincitore e la folla che applaude. Il vincitore sconfitto si commuove. «L’ho fatto per voi» dicono le parole sussurrate mentre ritira la coppa e dicono i gesti, dice la mimica. Il vincitore sconfitto è Felipe Massa.
La testa che non si muove. La macchina che corre impazzita e quel casco terribilmente piegato in avanti. La macchina rossa si schianta. Il pilota sembra svenuto. Rimane lì. Immobile. E’ più che svenuto. Sul casco i segni di un bullone grande come un pompelmo che gli ha fracassato la fronte. Il pilota è Felipe Massa.
Scene di vita e di sport e di corse. Momenti rubati a San Paolo 2008, quando il brasiliano vinse il Gp di casa e per un attimo fu campione del mondo e poi il fottuto destino gli tolse il mondiale. Istanti rubati a Budapest 2009, quando il fottuto destino si ripresentò sotto forma di un cedimento della BrawnGp di Barrichello e quel pezzo di ferro preso in viso. Flash di una carriera che anche adesso che vacilla merita rispetto. E merita una riflessione.
Questa. È vero, fin qui Felipe è andato di male in peggio; è vero, stamane ore 10 sapremo se fra lui e Alonso c’è ancora il secondo e 4 di ieri e di Melbourne e di gran parte del disgraziato 2011. Sapremo se il 16° tempo di ieri è solo, come spiegato da lui e dal team, figlio della veloce messa a punto di una F2012 completamente rimontata per togliere dagli ombrosi pensieri di un pilota il sospetto di guidare una macchina con qualcosa di sbagliato dentro. Per cui telaio nuovo e altro ancora, solo motore e cambio salvati. Un modo per coccolare Felipe hanno pensato in molti, tant’è vero che il team principal Domenicali ha detto «Massa deve sentire che c’è fiducia intorno a lui... Oggi abbiamo seguito due programmi diversi con i piloti e lavorato per dare a Felipe la miglior monoposto possibile per le qualifiche». Però, ammettiamolo: è anche un modo per sgombrare il campo ad alibi visto che Massa va dicendo «non abbiamo una macchina competitiva ... l’importante è capire che cosa non ha funzionato a Melbourne».
Di certo, però, serve un acuto. Se non arriverà, se Felipe dovesse restare a distacchi spaziali, la sensazione è che stavolta potrebbe saltare. Non subito. Magari fra un po’, non mangiando la paella con la Ferrari in quel di Barcellona, il 13 maggio. E sarebbe un doppio peccato dato che in Catalogna sbarcherà la versione riveduta e corretta della F2012. Di certo c’è che i nomi di possibili sostituti circolano. In primis quel Sergio Perez che milita nella Sauber ma è uno dei giovani talenti della Ferrari driver Academy. Però intanto è là. Se mai dovesse essere lui, patron Sauber chiederà molto per cederlo in corso d’opera. In fondo, anni fa, per lasciare andare Raikkonen alla McLaren si fece costruire una galleria del vento. Mica scemo. Poi c’è Trulli a spasso, veloce, preciso, già abituato a convivere con Alonso e però Fisichella 2009 ha insegnato che sulla Rossa non ci si sale pronti e via... E poi? Poi c’è poco d’esperto in giro, sì, quel Sutil sotto processo per aggressione a un manager, Barrichello in America, però dai...
Ironia delle corse, mentre il maestro di Felipe assaggia promesse di nuova gloria, parliamo di Schumi, ieri 2°, l’allievo è in crisi nera. «Nei test era vicino ad Alonso» lo difende Michael, «forse a Melbourne la macchina aveva qualcosa».

E allora torna in mente la loro amicizia e le parole di Schumi nel 2006, quando fece intuire che lui, il passo indietro dalla Rossa, l’aveva fatto soprattutto per non lasciare a spasso Felipe. Ma come farà ad aiutarlo adesso?
twitter:@bennycasadei

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica