Calcio

Il Milan 2.0 e Leao. L'unica strada di Pioli "sogna" la continuità

Dal primo tempo di Napoli al Psg: la via rossonera è tracciata, ma la sfida è poter giocare sempre così

Il Milan 2.0 e Leao. L'unica strada di Pioli "sogna" la continuità

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Il nuovo Milan paradiso, uscito con le stelline ai piedi dalla sfida vinta e dominata col Psg, ha provocato un vero capovolgimento. La cifra stilistica della sfida, premiata in tv dal nuovo record di ascolti di Canale 5 (25% di share, miglior risultato degli ultimi 5 anni di Champions nella fase a gironi), è stata salutata dall'encomio solenne della stampa francese (Le vertigini il titolo di Le Figaro) e dal riconoscimento dei rivali (Mbappè: «Troppo rumore»). Eppure quel 2 a 1 abbagliante non è stato sufficiente per placare l'adrenalina di Stefano Pioli che appena chiusa la sfida, si è liberato con strattoni dagli abbracci dei suoi assistenti («lasciatemi stare») per poi sciogliersi negli spogliatoi e più tardi nel festeggiare la nascita di una nipotina. La probabile spiegazione di quello stato d'animo del tecnico di Parma è nell'inevitabile paragone tra il Milan inguardabile con l'Udinese e quello ammirato contro Mbappè, ridotto nell'occasione da Calabria e Leao, a comparsa. A poche ore di distanza, una tale trasformazione, non può essere solo merito del sistema di gioco più collaudato (4-2-3-1) ripristinato o del recupero di alcuni protagonisti di primissimo piano.

C'è dell'altro. Ci sono altre spiegazioni sul Milan 2.0 già intravisto nel primo tempo di Napoli, a cominciare dalla prova lunare di Rafa Leao che ha schiantato Hakimi e Marquinhos in un colpo solo e vinto l'esame a distanza con Mbappè. Il portoghese deve capire che le critiche ricevute per certe scialbe prestazioni si dividono in due categorie: quelle da ignorare e quelle su cui riflettere (cit: Arrigo Sacchi). E se è alla ricerca di un futuro da fuoriclasse non può pensare di scegliere la partita da 5 stelle per far vedere il suo talento purissimo ma deve ripetersi anche in campionato e al cospetto di rivali meno accreditati.

Gran parte del merito del cambio di passo tra Udinese e Champions è merito del ritorno di Pioli al sistema di gioco più collaudato, mandato a memoria da molti esponenti. In qualche caso è persino utile rammentare il peso e il contributo di qualche esponente proveniente dal mercato estivo sottovalutato nelle settimane precedenti. Un nome su tutti citato da Beckham e Henry, per esempio: Loftus Cheek. C'è chi ha tirato fuori dal cassetto dei ricordi la famosa definizione di Boskov dedicata a Gullit («cervo che esce da foresta») per offrire la dimensione delle sue cavalcate e di una prodigiosa guarigione, merito anche delle cure del fisioterapista di fiducia di Milanello Roberto Morosi.

Dopo la notte da ultrà, vissuta in tribuna al fianco di Giorgio Furlani e Gordon Singer a testimonianza della sintonia completa tra vecchia e nuova proprietà, Gerry Cardinale si è dedicato nuovamente al dossier Ibra (con un secondo incontro) per il quale sembra scontato un ruolo da super consulente di RedBird, il fondo americano. Per gli impegni legati ai suoi affari, Zlatan non potrebbe garantire una presenza quotidiana sui campi di Milanello.

Magari troveranno una definizione all'americana.

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