Il Milan è un cantiere aperto: stop a Binho, Boateng in fuga

Allegri blocca anche Abate: "Basta con le distrazioni da mercato". Contro il Siena emergenza in difesa: De Sciglio s'inventa centrale

Il Milan è un cantiere aperto: stop a Binho, Boateng in fuga

Milanello Il Milan è un cantiere aperto: gente che è partita (Pato), gente che stava per partire (Robinho) e che sembra destinata a restare fino a giugno, gente che medita di partire (Boateng e Abate) e che nel frattempo deve mettersi ai remi per trascinare la squadra fuori dalle secche. Con queste distrazioni anche il Siena può diventare un passaggio complicato per il Milan giovane e sbarazzino prima di passare da Torino per il quarto di finale di coppa Italia con la Juve. Nel frattempo, e non è un dettaglio insignificante, c'è da affrontare la solita emergenza spuntata in difesa (fuori uso Zapata per un virus, Bonera e Yepes insulti muscolari, Mexes squalificato, De Sciglio costretto a giocare centrale al fianco di Acerbi) e da rimettere tensione e attenzione dentro una squadra finita sottosopra contro la Roma e castigata da quei 4 schiaffoni presi prima della sosta e che non possono finire nel dimenticatoio. «La verità è che non siamo ancora pronti per fare un filotto di risultati: che ci fossero segnali di cedimento l'avevo capito contro Torino e Pescara» l'analisi di Allegri disposto a inseguire l'obiettivo fissato da Silvio Berlusconi, del terzo posto cioè, senza una grandissima convinzione. Forse anche per questo scenario tutt'altro che promettente il livornese continua a ripetere un ritornello («fondamentale battere il Siena e chiudere il girone di andata a 30 punti») e nell'attesa del ritorno di Adriano Galliani dal Brasile cerca di risolvere alcuni dubbi: in porta Abbiati torna davanti ad Amelia; Boateng - che con il resto della squadra oggi indosserà una maglia contro il razzismo durante il riscaldamento, iniziativa fortemente voluta da Berlusconi - schierato a centrocampo al posto di Nocerino; Emanuelson tre-quartista. Valigie chiuse e contratto di cessione al Santos di Robinho rimesso nel cassetto. Motivo? Semplicissimo: il club brasiliano non ha soddisfatto la richiesta del Milan (10 milioni per il cartellino) né quella dell'interessato disposto a decurtarsi lo stipendio (6 milioni) ma non a dimezzarlo. Fine della telenovela? «Per me resta fino a giugno, adesso deve solo recuperare la condizione fisica, da 20 giorni non si allena anche a causa di una tendinite» il rapporto di Allegri.

Cementata (per ora) la crepa in attacco, ecco aprirsene altre due. Una provocata dall'ultima esternazione di Boateng alla Bild («non so se convenga ancora restare nel calcio italiano»), l'altra determinata dal sondaggio dello Zenit neri confronti di Abate, reduce da un semestre di scarso rendimento. Con il fiorire di De Sciglio, il Milan può permettersi anche la cessione di Abate (specie se a quotazione interessante, sui 10 milioni) ma non a metà stagione. Allegri fa il pompiere: «Quello di Boa è uno sfogo, andar via dal Milan non piace a nessuno. Abate? Non mi pongo neanche il problema e infatti gioca col Siena». Ma forse è il caso di tenere i riflettori accesi più su Abate visto che di Boateng non ci sono acquirenti dietro la porta di Galliani. L'esigenza superiore è quella di ridurre ulteriormente la rosa (attualmente a quota 31) liberandosi di Mesbah, mandando Gabriel, terzo portiere, a giocare.

Di sicuro Drogba è fuori lista («non rientra nella politica societaria» la frase di Allegri), mentre Balotelli resta sull'uscio di Milanello. Non convince l'uomo, come ripete il presidente Silvio Berlusconi, ma al momento non c'è nemmeno la casella libera visto che la partenza di Pato può aprire varchi e prospettive per il giovane Niang.

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