Lunga vita al Milan dei Berlusconi, ormai legato al nuovo modello tecnico ed economico che ha preso le mosse dal discusso mercato del 2012, la cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva. A spiegare al pubblico francese, abbagliato dagli effetti speciali del Psg, la scelta del Milan e la strada virtuosa intrapresa, è stata Barbara Berlusconi, figlia del presidente Silvio, esponente del cda rossonero e responsabile dei progetti speciali, con una chilometrica intervista concessa a L'Equipè. Intervista aperta da un orgoglioso senso di appartenenza. «Noi non invidiamo nessuno, siamo il club più titolato al mondo. E il Psg è un rivale perché come noi disputa la Champions league ma per ottenere i risultati del Milan ha parecchio lavoro da fare» è l'incipit che porta dritti dritti al didascalico riferimento scelto da Barbara Berlusconi per descrivere la nuova missione rossonera. «In Europa ci sono troppi debiti, le squadre di calcio sono imprese come le altre e non possono generare perdite eccessive: il libro paga non deve superare il 50% del fatturato. Un modello è il Bayern Monaco che produce profitti e ogni anno è presente in Europa tra le big» il ragionamento. Missione indispensabile considerato il target del club di calcio secondo Barbara Berlusconi: «Il Milan è una società che produce intrattenimento, il nostro business è fornire spettacolo. Non c'è una ragione per cui Disney possa fare profitti e un club di calcio no».
Perciò il nuovo Milan, sfidando l'impopolarità («ci sono momenti in cui è necessario prendere delle decisioni, il mondo del calcio non ama i cambiamenti ma chi non si evolve pagherà in futuro»), si è avviato con convinzione verso la nuova frontiera che ha traghettato tutti da Ibra a El Shaarawy. Questa la riflessione di Barbara Berlusconi: «Dispiace sempre perdere un campione come Ibra ma per uno che va via ne produciamo un altro. Ecco infatti che abbiamo trovato El Shaarawy che rappresenta il nostro club: ha i piedi per terra e può spingere il pubblico a identificarsi con lui». Questo non significa abbandonare il calcio-mercato cui, a leggere le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, il Milan sarà costretto a far ricorso per rimpiazzare De Jong mentre Robinho spinge per tornare in Brasile («ma il Milan non vuole vendermi» fa sapere l'interessato). «I grandi campioni si possono fare anche in casa, questo non vuol dire che in prospettiva non si possano acquistare dei fuoriclasse» la formula declinata non proprio semplice e che sta decollando a Milanello (leggi De Sciglio). «La Juve attira tifosi anche se non ha campioni, noi presto pubblicheremo un libro sulle nostre maglie, un modo per far passare un messaggio chiaro: i campioni vanno e vengono, mentre la maglia resta l'emblema» l'ultima trovata.
Inevitabili le domande sul futuro tecnico del Milan. E qui c'è la prima chicca: anche Barbara Berlusconi tiene aperta la porta all'eventuale arrivo di Pep Guardiola: «Quando c'è un'opportunità che si sposa al progetto è sempre la benvenuta». Allegri non sarà contento ma ha fatto il callo all'argomento. Conclusione dedicata ad eventuali trattative per la cessione del club.
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