Il Milan resta al palo: con il Chievo è solo pari

Robinho sfiora il gol in una squadra spuntata. Galliani difende il tecnico: "Non ha perso 22-0..."

Il Milan resta al palo: con il Chievo è solo pari

Se il Milan, il Milan mediocre e spuntato di questi giorni, non riesce a piegare la modesta resistenza del Chievo, ultimo in classifica, la sua crisi diventa una cosa seria. Accentuata da qualche numero che fa scattare ancora una volta l'allarme rosso.
I punti in classifica, la miseria di 13, sono uno in meno rispetto alla stagione precedente, scandita da una partenza tormentata e difficile. Il resto è perfettamente identico: gol subiti e gol fatti. Interrotta solo la striscia dei successi consecutivi in quel di Verona, sponda Chievo (sei di fila): è anche questo un altro segnale del declino. Se per una volta (siamo al terzo precedente), la famigerata banda del buco non prende gol, ecco che l'attacco rinomato s'infrange sulla barriera gialla incarnata da Puggioni e un quintetto di onesti secondini, nessun nome di primissima fila tra loro. Sono in grado di ingabbiare oltre che Kakà, il più ispirato della compagnia, anche Matri, andato in giro con una faccia da retrocessione a raccogliere qualche degno assist poi sprecato malamente. Non parliamo di Robinho, arrivato in aiuto al gruppo nella parte migliore della sfida, a metà ripresa insomma, sul piede del quale capita l'occasione più golosa di tutto il pomeriggio: gliela serve Constant, con un tocco felice smarcandolo davanti al portiere. Robinho, che di nome non fa Egidio, e che ha una media allucinante in fatto di gol (un sigillo in quasi 300 minuti), è capace di sbattere contro il palo e di mandare all'aria ogni proposito di successo, a quel punto meritato.
Robinho e Matri non sono gli unici ad avere la mira fuori fase e a lasciare il Milan all'asciutto. Anche Poli nel primo tempo, capace di ritagliarsi lo spazio giusto in area di rigore, non ha l'istinto del killer e perciò spreca due pallette che possono cambiare il giudizio sul suo conto e anche il suo immediato futuro. Se gli attaccanti deludono, provano centrocampisti (Muntari un paio di volte) e difensori (Emanuelson, Mexes) a schiodare il risultato con esiti soddisfacenti quanto a pericolosità: in entrambe le circostanze è Puggioni, il portiere di Sannino, a parare con bravura e istinto. Per la seconda partita consecutiva di campionato, il Milan resta a secco, senza più benzina, nel calcio rappresentata dai gol. E perciò la sua classifica continua a piangere. Prima la Fiorentina, adesso il Chievo, un rivale non certo irresistibile. Le assenze di Balotelli, innanzitutto, di El Shaarawy e Pazzini, sono un macigno pesante per una squadra di rango ma da Matri e Robinho è lecito attendersi di più e di meglio. Tutto il Milan balbetta, specie poi se Montolivo (espulso, salterà il Genoa alla ripresa del campionato) non garantisce giocate di qualità. «Ho parlato col presidente Berlusconi, non gli è dispiaciuto il Milan. Allegri non ha perso 22 a 0 e perciò rimane in sella» la frase di Adriano Galliani che continua a soffrire in tribuna e a stendere una rete di protezione nei confronti del livornese. Non per puntiglio ma per convinzione, per esperienza bisogna aggiungere. Ogni cambio, a questo punto, non risolverebbe il deficit di cifra tecnica senza contare sulle migliori risorse a disposizione (De Sciglio tra gli altri). L'opzione esonero è in un cantuccio, almeno per qualche giorno. Magari fino alla prossima sfida domestica col Genoa.
Non è nemmeno pensabile replicare la rimontona della stagione precedente, risalendo fino al terzo posto.

Bisogna accontentarsi di uscire dalle sabbie mobili della classifica e riguadagnare una dignitosa posizione. Per il rilancio e le rivoluzioni c'è sempre tempo. Anche l'arrivo a gennaio di Honda e Rami non moltiplica le risorse tecniche. Meglio puntare sul recupero completo di Balotelli.

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