«Il mio gol “quasi titolo” con il piede sbagliato» Kwadwo Asamoah, l'«operaio del prato»

A volte il destino si diverte a mescolare le carte. O a tirare scherzetti qua e di là. Prendete la Juventus che ha eguagliato il record delle 14 vittorie casalinghe consecutive stabilito dal Toro nella stagione scudettata del 1975-76. Trattandosi di giornata che finirà comunque negli annali del campionato italiano, ti aspetti nomi nobili nel tabellino marcatori tenuto anche conto che Tevez e Llorente avevano prima di ieri buttato dentro il pallone 26 volte. Come non detto: segna Kwadwo Asamoah, operaio specializzato del prato, mancino naturale nato interno di centrocampo ma trasformato esterno da Conte. E siccome non basta questo, che fa il ghanese? «Ho segnato di destro, il mio piede sbagliato. Non mi era mai riuscito in carriera, ma in quel momento non potevo fare altro perché a sinistra ero chiuso: ho dribblato nello stretto (di tacco, ndr) e provato a calciare come mi dice sempre di fare l'allenatore. È andata bene e potrebbe davvero trattarsi di un gol “quasi scudetto”, anche se non dobbiamo illuderci che sia fatta».
Gli scherzetti del destino peraltro mica finiscono qui. Asamoah, 25enne ghanese di Accra arrivato alla Juve nell'estate 2012, è infatti sbarcato in Italia nel 2008 proveniente dal Bellinzona: lo aveva scoperto la solita Udinese, parcheggiandolo poi al Toro per sei mesi.

Proprio il Toro del record che la Juve magari supererà la prossima volta che metterà piede allo Stadium: un Toro che Asamoah ha annusato per metà stagione (senza mai giocare in prima squadra) prima di prendere la strada del Friuli. Il resto è storia nota: da un bianconero all'altro per 18 milioni, quattro gol prima di ieri e tanto lavoro sulla fascia sinistra. «Sono qui per migliorare e lavorare. Quanto valgo? Boh». Applausi.

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