Il mondo che verrà col Marocco campione

L'"Eurabia" nel calcio c'è già, con la coppa agli africani trema l'"Occidente" del pallone

Il mondo che verrà col Marocco campione

Nemmeno Athos Salomé lo ha previsto. Eppure potrebbe anche darsi, chissà, forse. Che cosa? E chi è Salomé? Un brasiliano bello che acchiappa per il suo fascino ma che acciuffa anche il futuro, lo chiamano il Nostradamus moderno, è parapsicologo, viene dallo stato del Minas Gerais, ha trentasei anni e da bambino incominciò a prevedere accadimenti di ogni tipo, anche drammatici. Facile la letteratura su questo tema, il mondo del paranormale offre mille interpretazioni ma il brasiliano è andato oltre, aveva predetto l'esplosione del Covid, l'attacco russo all'Ucraina, la morte di Elisabetta II, poi si è avventurato nel mondo del fucibol, però smentendo quello che aveva invece detto, nel 1977, il suo compatriota Pelé: «Entro il Duemila una nazionale africana vincerà il mondiale». O' Rei forse ha anticipato i tempi, Salomé si è limitato a scrivere, alla vigilia del torneo, i nomi delle due finaliste, Argentina e Francia, completando la profezia con il gruppetto delle sorprese, Belgio, Brasile, Inghilterra. Nemmeno un accenno alle africane, toccherebbe al Marocco smascherare il mago brasiliano.

Perché ormai ci siamo, domani la Francia si troverà di fronte alle sabbie mobili, potrebbe anche cadere e accadere, nel caso, il mondo, non soltanto il mondiale, dovrebbe fare i conti con una nuova realtà sportiva, emergente e già emersa.

Il sistema arabo si è mosso con prepotenza, nell'economia, nello sport, ha messo le mani sui grandi club europei, i petroldollari, come venivano chiamati, sono il segnale di una svolta, dico l'Eurabia di cui parlò e scrisse Oriana Fallaci. Che mai accadrebbe se i Leoni dell'Atlante dovessero non soltanto andare in finale, dunque dopo aver battuto i campioni in carica, e poi alzare la coppa al cielo? Il trionfo dell'Islam? Il riscatto di un popolo, di una terra, di un continente? Preferirei la prudenza, senza interpellare gli aruspici e l'Athos Salomé di cui sopra, potrebbe anche accadere che domani la Francia svegli dal sogno la folla marocchina, festante e ubriaca di gol, ma questo mondiale sta facendo saltare molti banchi, si sente quasi il bisogno di una svolta, di un altro colpo di scena, di qualcosa che faccia definitivamente scendere dal piedistallo l'Europa e, perché no?, anche il Sudamerica, via Ronaldo, via De Bruyne, via Morata, via Kane, via Suarez, via Neymar, forse via Messi che stasera affronta i croati, il football cerca l'X Factor, un talent show che lanci aspiranti campioni. La nazionale di re Mohammed VI ha i titoli opportuni, il sovrano, tra mille trofei, vanta la rosetta della Legione d'onore francese, è cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della repubblica italiana e un dottorato universitario con una tesi su Cooperazione tra la Comunità Europea e il Maghreb.

Il re dunque ha previsto, come il parapsicologo, che qualcosa si stia muovendo e i sudditi sono tutti con lui. Il Marocco può cambiare il mondiale e forse anche il mondo. Il suo destino, come sempre, dipende dai francesi.

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