Una cosa è certa, in periodi di grande crisi, l'Italia riesce a pedalare forte. Giusto il tempo di festeggiare l'esaltante trionfo al Tour con Vincenzo Nibali, ed ecco che torna agli onori delle cronache Fabio Aru che avevamo imparato a conoscere al Giro d'Italia. Il sardo di Villacidro, ma bergamasco di adozione (vive a Ponte San Pietro), ieri ha vinto una bellissima tappa montana alla Vuelta. Il ragazzo, che corre per l'Astana di Nibali e studia per diventare il degno erede del siciliano, sta confermando tutto quello che di buono aveva già fatto vedere nel maggio scorso. «Nel finale mi sentivo molto bene e soprattutto ero galvanizzato dal fatto di essermi ritrovato lì con tutti i migliori - ci ha spiegato -. Io con Contador, Rodriguez, Valverde, Froome e via elencando. Cose da non credere ».
E invece di accontentarsi di essere con il gotha del ciclismo mondiale, con la sfrontatezza dei suoi 24 anni, ha osato per ben due volte. «Ho provato a testarmi a circa un chilometro e mezzo - ci ha spiegato -, poi una volta che sono stato ripreso, ho dato tutto me stesso con una bellissima progressione poco prima dell'ultimo chilometro e mi è andata bene. Me lo dico da solo, sono stato davvero bravo».
Aru si è portato così a casa l'undicesima tappa della Vuelta, arrivo in salita dopo 153 chilometri al Santuario di San Miguel de Aralar, che si va ad aggiungere alla vittoria di tappa a Montecampione al Giro. Aru ha preceduto Valverde, Rodriguez e Contador di 6 secondi. Froome quinto a 7.
Niente da fare per Nairo Quintana: il colombiano della Movistar, re del Giro, era già sofferente dopo la caduta rimediata nella crono di martedì e essendo andato nuovamente a terra ieri dopo soli 20 km è stato costretto al ritiro (sospetta frattura della clavicola ndr). In classifica generale Contador è sempre leader ma Valverde ha guadagnato 7 secondi e lo insegue a 20. Uran terzo a 1'08. Aru è settimo a 2'13 da Contador.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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