L'Inter sembra il Pd? O il Pd sembra l'Inter? Fate voi. Stesso sistema di autodevastazione. Ma almeno l'Inter può metterci soldi freschi e magari scegliere meglio giocatori e allenatore, nonostante le voglie di Moratti. Il presidente è tentato di tener duro sulla sua creatura, che poi è l'allenatore. Eppure ci sarebbero tanti segnali a sconsigliarlo. Per ora lo difende («Non posso che sostenerlo, sperando che si inventi qualcosa per farci girare la stagione»), poi si vedrà. «Ci sono molte cose da rivedere», ha ammesso Moratti pensando ai dirigenti ma pure ai problemi con medici e preparatori atletici: troppi infortuni (stagione chiusa anche per Nagatomo e Gargano), troppe ricadute. Per gestire il mercato è in arrivo Pantaleo Corvino, uno che vince scudetti quando vende (Felipe Melo) e si intende di giocatori da acquistare. Forse la garanzia sulla quale conta Moratti per tenersi Stramax in panchina. Negli ultimi mesi si è visto di tutto un po' per ritrovare tracce della vecchia Inter, quella che non vinceva senza capire il perché. Solo quando Moratti ha scoperto Mancini e Mourihno, oltre a un gruppo di bravi giocatori, tutto si è fatto più semplice.
Ora ci risiamo: Inter sommersa da un mare di guai, infortuni, errori, ingiustizie arbitrali (anzi malafede detta con Moratti) ma ieri d'improvviso la lieta novella, non per la classifica piuttosto per il portafogli del presidente. Il gruppo russo Rosneft ha acquisito parte di azioni (12,7%) della Saras in mano ai Moratti ed ora i fratelli metteranno nella cassaforte personale (non dell'azienda) 178,4 milioni di euro da dividersi. E ognuno ne farà l'uso migliore, fermo restando che il 50,02% di azioni Saras rimarrà in mano ai Moratti. Probabile che il presidente nerazzurro usi una parte del gruzzolo per riassestare il bilancio dell'Inter che ha chiuso la semestrale con un passivo di 60 milioni.
Certo, i danari non sono tutto. Ma aiutano se Moratti potrà spenderli per la società. L'idea di non cambiare allenatore si sposa anche con il costo economico. Certo, se Mourinho offrisse i servigi, a costi accessibili... Per ora sono sospiri: «Quando se ne andò mi disse come facevo a restare qui pur avendo tutti contro, ma questo è il bello dell'Inter». Fantasia di alternative: gli amici di Lucescu continuano a soffiare l'idea, nonostante il tecnico abbia già firmato il rinnovo in Ucraina. Si affaccia l'ipotesi Donadoni, l'ideale sarebbe Spalletti, poi Blanc e Simeone. Dal Brasile spunta Tite, allenatore Corinthians. Poi va ricostruita la squadra con almeno 4 acquisti, oltre Icardi, Campagnaro, Andreolli, Botta. Guarin è spendibile nelle cessioni: vale 20 milioni.
Ora Moratti chiede almeno la finale di coppa Italia. «Contro il Cagliari sarebbe bastato il pari. Stavolta l'arbitro ha commesso proprio una svista. Pinilla bravo un cavolo, ha fatto pensare che il fallo ci fosse.
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