La MotoGp riparte tra rischi e paure «È troppo veloce»

La MotoGp riparte tra rischi e paure «È troppo veloce»

Si riparte dal Qatar, domenica sera, anzi venerdì pomeriggio, motori accesi per le libere. Si riparte con Rossi e la Ducati ripensata e ricostruita però «sono realista e siamo ancora lontani» dice il Vale alludendo al quasi secondo di distacco dai big. Si riparte a caccia di Stoner-Honda e Lorenzo-Yamaha, campionato solo loro si teme. Si riparte soprattutto con la pena nel cuore per il ricordo di Marco Simoncelli e i suoi riccioli e la voce squillante e quella sua voglia grande di fare cose immense. Si riparte con il dolore fresco e acuto per il giovane Joan Lascorz, pilota spagnolo che lunedì a Imola, test di Superbike, campionato fratello della MotoGp, è volato a 200 all’ora contro le barriere, quinta e sesta vertebra spezzate, paralizzato per sempre. Si riparte da loro, da Sic e Joan, martiri della passione in tragedie diverse e gemelle, figli di uno sport che i conti con il rischio è costretto a farli ogni santo giorno, uno sport che nelle sue forme, siano esse i bolidi prototipo della MotoGp o i mostri derivati dalla serie della Sbk, quest’anno più che negli altri dovrà fare i conti con troppi conti che non tornano.
Perché la crisi economica vale per tutti e perché se la Superbike, categoria nel format più vicina alla gente e meno cara, riesce a navigare meglio in acque tempestose, così non si può dire della classe regina che sembra un cantiere aperto tante sono state le modifiche. Per esempio: da quest’anno gli Stoner, i Lorenzo, i Rossi, i Pedrosa, in tutto 12 piloti titolari, se la dovranno vedere con 9 moto piazzate in pista per ingrassare la griglia. Trattasi della Crt, la classe minotauro un po’ superbike e un po’ prototipo voluta dall’Ecclestone delle moto, Carmelo Ezpeleta patron MotoGp (e dall’estate scorsa, con la sua Dorna, proprietario anche del marchio Sbk) che proprio dalla Superbike sta cercando di acchiappare e travasare idee. Malamente, però. Risultato: da domenica i dodici piloti MotoGp, ripartiti su tre soli marchi ufficiali, Honda, Yamaha e Ducati, zigzagheranno fra nove moto birillo più lente di oltre un secondo. Questo vorrà dire più rischio, più pericoli e i ragazzi non paiono contenti all’idea di andar di slalom. Per ravvivare la sfida, Ezpeleta ha inoltre voluto il ritorno alla cilindrata 1000 (da 800 che era). Più coppia, più potenza con l’obiettivo di assistere a gare più emozionanti, quindi staccate e sorpassi. Ma perché lasciare aumentare anche la velocità? 360 si dice e si teme.

Lorenzo non si è nascosto: «Se la decisione fosse mia, ridurrei leggermente le velocità massime...». Non è il caso di dargli retta? Tanto più visto da che cosa arriva il carrozzone dell’impennata. Parliamo di Malesia, parliamo di fottuto destino, parliamo del Sic.
twitter: @bennycasadei

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