Normalità. Quella di cui va sempre alla ricerca Allegri. E che poi è anche il tratto caratteristico di Ancelotti. Due persone normali, due grandissimi allenatori. Di fronte stasera al San Paolo: Napoli-Juve, seconda contro prima, tredici punti di distanza e corsa scudetto comunque già decisa al 95% e forse più. Però il tema è un altro: a fine stagione Allegri lascerà la Signora? Tanti pensano di sì, in questo aiutati anche dall'addio che il tecnico livornese ha dato ai social in settimana forse pure perché irritato dalle moltissime critiche che gli sono piovute sul capo dopo il ko di Madrid contro l'Atletico: «È semplice - l'incipit del tecnico toscano - Ho visto il presidente Agnelli l'altro giorno: ci vedremo ancora, dopo il match contro l'Atletico, per parlare di come sta andando l'annata e del futuro. Senza problemi. Poi deciderò, deciderà e decideremo il da farsi. Sono legato alla Juve: in quattro anni ci siamo tolti tante soddisfazioni, siamo ancora in corsa per campionato e Champions. Dispiace per le reazioni che ci sono state: si erano create aspettative per cui la Juve dovese vincere 3-0 contro l'Atletico. Questo è da persone poco intelligenti».
Vincere non è normale, ecco. Vecchio tasto che ogni tanto bisogna battere. Ma che a Torino, specie quando si affronta l'argomento Champions, non funziona granché. Se poi ci si mettono di mezzo anche i social, la frittata può essere dietro l'angolo: «Come ci sono entrato, così ne sono uscito. Scrivevo solo un messaggio dopo la partita, non vedo il problema. Ero a cena e ho detto domani chiudo i social. Mi pare una cosa normale, sono un essere umano che decide di smettere di fare una certa cosa: che problema c'è? Contro chi è negativo, non posso farci nulla. Bisogna fare un salto in avanti, tutti: per educazione. Se dopo una sconfitta si vede tutto nero, qualcosa non torna: i social sono uno strumento valido, ma purtroppo non per tutti. Pedofilia, stalking: nasce tutto dai social, perché la gente si nasconde». Si diventa insofferenti, anche. Presi in mezzo, criticati oltre misura perdendo di vista la realtà: «Era giusto ci fossero critiche dopo Madrid, ma qui sono dettate da un'aspettativa esagerata. Pjanic aveva 38 di febbre, Khedira è stato operato al cuore: se si perde il contatto con la realtà, non è un problema mio». Indipendentemente da come finirà il ritorno e da cosa la Juve alzerà di qui a pochi mesi, pare un arrivederci tendente all'addio.
Ci sarà ovviamente da riparlarne, al netto di un contratto in scadenza nel 2020. Nel frattempo, il Napoli: «Ci giochiamo due terzi di scudetto, è questione di matematica». «Se battessimo la Juve, manterremmo viva la possibilità di restare in lotta conferma Ancelotti - Un altro risultato indirizzerebbe il pensiero da un'altra parte». Fondamentalmente all'Europa League, con il secondo posto blindato. Viste le premesse, dovrebbe uscirne una partita godibile e senza tanti tatticismi: Ronaldo ha recuperato e cercherà di segnare il primo gol della sua carriera al Napoli (270' a secco, finora), ritrovando proprio Carletto (insieme hanno vinto la decima Champions del Real) a cui ha rifilato cinque gol nelle due semifinali del 2017, eliminando il Bayern Monaco e lanciando i Blancos verso il trionfo di Cardiff proprio contro la Juve.
Dall'altro lato, Milik: «Ha le potenzialità per segnare 30 gol a stagione lo promuove il suo allenatore - Sfidare la Juve ci regala stimoli infiniti: nessuno è imbattibile, E noi stiamo benissimo, consapevoli delle nostre possibilità».
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