Pier Augusto Stagi
Reggio Emilia Nella città del Tricolore, l'Italia del pedale ammaina la bandiera. Anche ieri niente da fare. Record negativi battuti e aggiornati. Dodici tappe e nessuna vittoria italica. Solo tre miseri secondi posti, compreso quello di ieri, ad opera del bresciano dal cognome polacco, Jakub Mareczko, battuto ancora una volta da Fernando Gaviria, che regala alla sua Colombia la quarta vittoria in questo Giro Cento e, si regala, un tris d'autore al suo primo Grande Giro di tre settimane, dopo le vittorie di Cagliari e Messina. E oggi, nella Reggio Emilia-Tortona (167 km), il 22enne di La Ceja, due volte iridato su pista nell'omnium, ha la possibilità di arricchire la sue persona collezione.
Tutti insieme i big di classifica. Dumoulin archivia una giornata tranquilla e conserva la maglia rosa in attesa delle grandi salite della terza settimana. Intanto, però, al Giro ci si interroga. Soprattutto si cerca un vincitore di tappa italiano. La serie negativa storica da un inizio di Giro d'Italia è stata ampiamente superata. Nel 2010, Filippo Pozzato vinse la dodicesima tappa a Porto Recanati, ma si trattava dell'undicesima frazione individuale perché in quella edizione la quarta tappa fu una cronosquadre vinta dalla Liquigas (che mandò tra l'altro un giovane Vincenzo Nibali in maglia rosa). Ieri le statistiche sono state aggiornate: 12 tappe individuali consecutive senza gioie azzurre. Superata anche la striscia negativa più lunga in generale (non necessariamente dall'inizio). Era di 13 tappe a cavallo di due Giri, ieri è stato aggiornato anche questo record: alle 12 di quest'anno, vanno aggiunte le ultime due della scorsa edizione, conquistate da Taaramae e Arndt che seguirono il trionfo a Risoul di Nibali il 27 maggio 2016, l'ultimo di un italiano. Ieri siamo arrivati a quota 14, mai successo.
«Lo so che i tifosi italiani chiedono a gran voce una vittoria azzurra ci spiega Filippo Pozzato, colui che nel 2010 seppe interrompere il digiuno rosa -. Ce lo chiedono i tifosi, ma vorremmo tornare a vincere anche noi corridori. Ce la stiamo mettendo tutta, ma il livello tecnico di questo Giro Cento è davvero alto. In più stiamo vivendo un profondo cambio generazionale. Penso a Petilli, Ravasi, Albanese ma anche al nostro Mareczko: tutti ragazzi molto interessanti. E poi ne abbiamo di buoni che non ci sono perché hanno altri obiettivi: come Elia Viviani, Diego Ulissi, Matteo Trentin, Alessandro De Marchi, Gianluca Brambilla, tanto per citarne solo alcuni».
Pozzato, che lamenta problemi intestinali, non si vede però tra quelli che, questa volta, possono interrompere il digiuno. «Non sto bene e non so nemmeno se ce la farò ad arrivare a Milano dice -.
In ogni caso il nostro era uno sport dominato da italiani, francesi, belgi e spagnoli, ora è davvero planetario. La nazione più forte del mondo è la Colombia. Però abbiamo Nibali: sarà lui a far tornare il nostro movimento in cima al mondo».
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