Nibali sempre più separato in casa Questione di fiducia

Roccaraso lascia il segno nell'Astana Lo Squalo ai ferri corti con il ds Shefer lo stesso del famoso traino alla Vuelta «Mi gridava a più riprese di partire...»

Nibali sempre più separato in casa Questione di fiducia

Pier Augusto Stagi

André Greipel è velocissimo, il più veloce di tutti: anche sul traguardo di Foligno. Il tedesco li mette tutti in fila, ad incominciare dal povero Giacomo Nizzolo, al suo ottavo secondo posto nella corsa rosa e ancora a digiuno di successi. Terzo Sasha Modolo. Il tedesco porta così a due le sue vittorie in questo Giro, quinta affermazione in carriera, che lo pone come il tedesco plurivittorioso di sempre nella «corsa rosa».

Vincenzo Nibali al via da Sulmona, città dei confetti, vorrebbe tanto divorziare: dall'Astana. Non lo dice, ma lo si capisce. Il siciliano ha un sorriso che non è di circostanza. «Io sorrido sempre, perché non dovrei? ».

In verità lui vorrebbe cambiare al più presto aria, o per lo meno spera che qualcuno faccia quanto prima un passo indietro e si defili. Non è un mistero, la convivenza tra lui e Alexander Shefer è fatta di sopportazioni e silenzi. Spalletti-Totti? Una cosa così.

È un Nibali sereno e rilassato, ma non ha problemi a parlare. «Mi hanno chiesto se l'altra sera dopo la tappa, sono volate parole. Ma quali parole? Più di dire che abbiamo sbagliato e Martinelli ci ha messo la faccia, cosa potevamo fare di più?».

La verità è che all'interno del team kazako, non regna la serenità. O meglio, da sempre coesistono e si sopportano due blocchi distinti: uno italiano e l'altro kazako. Alla fine della scorsa stagione, nonostante Alexander Shefer si renda protagonista dell'episodio del traino alla Vuelta che costa al tricolore l'espulsione, il siciliano chiede udienza ai grandi capi kazaki. Parla chiaro Vincenzo. E chiede garanzie e rassicurazioni. In pratica al proprio fianco vuole solo avere gente di sua fiducia: il suo preparatore Paolo Slongo e Beppe Martinelli. Invece a gennaio, per Shefer arriva la promozione. Sarà lui il tecnico di riferimento e la briscola viene calata sul tavolo rosa la settimana scorsa, quando decidono di dargli la guida della prima ammiraglia. «Io mi prendo le mie responsabilità ci racconta -, ma se a Roccaraso, l'altro giorno, dalla radio Shefer mi grida a più riprese di partire, partire, assolutamente partire è perché qualcosa deve essere successo, penso. Noi siamo in bicicletta e in quel momento non ho potuto far altro che pensare: se mi dice di partire è perché Dumoulin non starà bene. Si è visto come era in crisi».

La crisi è solo in casa Astana, dove Martinelli e Slongo girano in gruppo a testa alta prendendosi tutte le colpe di quando è accaduto. Shefer, invece, vaga distante.

Spesso dietro al truck dell'Astana, sempre molto indaffarato a fare qualcosa d'altro lontano da taccuini e telecamere. Shefer è il responsabile, su questo non ci sono dubbi. Probabilmente è responsabile di quello che di buono viene fatto. Quando le cose girano male, lui è pronto a girare i tacchi.

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