Parte questo pomeriggio dalla Spagna l'assalto al mondo che Vincenzo Nibali darà il prossimo 29 settembre sul circuito di Firenze, dove in palio ci sarà la maglia iridata di campione del mondo. Vede rosso, lo «squalo dello stretto». Vede quella maglia che è già stata sua nel 2010, e sarebbe proprio un bel colpo centrare la doppietta: dopo il Giro, la Vuelta nella stessa stagione. Ma ancor più bello sarebbe vincere per la seconda volta in carriera quel Giro di Spagna che nessun corridore italiano ha mai vinto due volte.
«Lo so, ci sono tanti buoni motivi per fare bene qui in Spagna - dice il siciliano vincitore dell'ultima corsa rosa -, e sono qui per togliermi qualche buona soddisfazione, però sapete anche che uno dei miei punti fermi di quest'anno è il Mondiale di Firenze: io a quell'appuntamento ci sto pensando dall'inverno scorso».
Oggi da Vilanova de Arousa, Galizia, nord-ovest del Paese, scatta la 68ª Vuelta. Il via con una cronosquadre di 27,4 km, la conclusione a Madrid domenica 15 settembre, due settimane prima del mondiale di Firenze. Saranno 21 le tappe in programma (3.358 km), con due giorni di riposo, una sola crono individuale (11° tappa, 38,8 km), 6 arrivi che sorridono ai velocisti, 13 le tappe di media o alta montagna e ben 39 i Gpm.
Non ci saranno né Chris Froome, vincitore del Tour de France, né Alberto Contador, l'ultimo vincitore della Vuelta. In verità non ci sarà nemmeno Nairo Quintana, la sorpresa colombiana all'ultima Grande Boucle, ma la concorrenza in Spagna sarà in ogni caso agguerrita con gli spagnoli Joaquin Rodriguez, Samuel Sanchez e Igor Anton. I colombiani Uran, Henao e Betancur. Il ceco Kreuziger, il polacco Majka e gli italiani Ivan Basso, Michele Scarponi ed Eros Capecchi.
«Questa sarà una Vuelta molto impegnativa, perché come sempre, chi fin qui ha raccolto poco farà di tutto per salvare la stagione. In ogni caso io sono fiducioso: sto bene e ho una squadra fortissima».
Undici arrivi in salita, per una corsa che si preannuncia massacrante
«E tra questi ci sono l'Angliru e la tappa del Peyragudes. Diciamo che non ci sarà di che annoiarsi
».
Non è un po' troppo dura in chiave Mondiale?
«Non penso, altrimenti non sarei qui».
Quale sarà la tua parola d'ordine?
«Tranquillità. Solo con la tranquillità si vincono i Grandi Giri. Tranquillità e gambe. L'importante è uscire bene dalla prima settimana, la più ostica».
Facciamo un passo avanti: il prossimo anno il Tour è il tuo obiettivo dichiarato: ci sarà spazio per il Giro?
«Forse sì, anche se non sarà facilissimo preparare due gare così. In ogni caso facciamo un passo per Vuelta: c'è la maglia rossa da inseguire, anche se sono l'azzurro e l'iride i colori della mia estate calda».
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