Il quesito è d'obbligo: possiamo andare fieri dell'Italia vista a San Siro contro la Germania? Quell'1 a 1 promette qualcosa di buono per il mondiale? A leggere la rassegna stampa nazionale, sembrerebbe proprio di sì. Voti rotondi, giudizi generosi, analisi patriottiche. Materiale scortato dal parere dell'interessato, Cesare Prandelli, il ct, che chiosa con coerente slancio: «Abbiamo reagito e giocato». Reagito al gol di Hummels con la stoccata violenta di Abate (dedicata a Galliani) dimenticando per un attimo i tre pali centrati dai panzer, il loro possesso palla prolungato, il miglior calcio esibito per più tempo. Sarebbe necessario allora un sondaggio presso gli 8 milioni di italiani, rimasti incollati davanti alla tv, per capire se possiamo fidarci dei titoloni di ieri mattina e dell'analisi del Ct. O se invece è il caso di dare ascolto a un campione del mondo doc, Gigi Buffon, che di calcio un po' s'intende e non ha l'abitudine di raccontare favole neanche di sera quando si ritrova a casa con i due figlioli. «Non c'è niente da fare, siamo un animale da competizione: la vera Italia la vedremo solo al mondiale» la sintesi del suo intervento che è un inno alla teoria del «bicchiere mezzo vuoto», premessa indispensabile per coltivare e raggiungere miglioramenti nei prossimi mesi, quando il mondiale sarà tra di noi e conosceremo anche (il 6 dicembre l'appuntamento) quale girone capiterà in sorte. «A sette mesi dal Brasile stiamo messi bene ma c'è anche chi sta meglio di noi» la chiave di lettura del capitano degli azzurri, molto più affidabile e attendibile, anche perché accompagnata dalla considerazione estetica sul calcio esibito dalla Germania, «Mi ha ricordato a tratti la Spagna: tanti giovani, l'esperienza, il palleggio, la sicurezza nello stare in campo. Ci hanno fatto soffrire, ammettiamolo». Viva la faccia e la sincerità di Buffon che non deve fare l'incantantore di serpenti. Meglio puntare allora sul bicchiere mezzo vuoto, sullo spessore del calcio italiano che dispone di Pirlo, del portierone juventino naturalmente, di Balotelli e di pochi altri ancora. Riflette sempre Buffon: «Ha ragione Prandelli, non dobbiamo chiedere la luna a questa nazionale, non siamo i più forti e non possiamo partire con l'idea di conquistare il mondiale». Sante parole. Chi si iscrive alla fiera delle illusioni, è bene che cambi registro o addirittura pronostico. Perché questa è l'Italia dei nostri giorni. E magari, tra giugno e luglio, quando il gioco si farà duro, qualche duro potrà salire alla ribalta ma è impensabile che la marcia trionfale dell'europeo, o il terzo posto della Confederation, possano incoraggiare pronostici azzardati. C'è da puntellare una difesa che ogni tanto imbarca acqua, tipo quella del Milan di Allegri, su calci piazzati, come in occasione della sfida di San Siro: due calci d'angolo, due palle-gol per i tedeschi che, quanto a statura, non sono proprio giganti.
C'è da trovare una spalla come si deve per Balotelli, in attacco: Osvaldo ha avuto un attacco di allergia, per le lenti a contatto, va bene. A Londra diamo un'occhiata a Pepito Rossi ma un mondiale non si può giocare con due punteros.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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