Prandelli pensa al ranking. E smonta l'ultimo caso Balo

"Non ha mai chiesto di tornare a casa". Mario, Insigne e Verratti pronti per Napoli. Gli azzurri, già qualificati, stasera in Danimarca

Il ct della nazionale Cesare Prandelli con Mario Balotelli
Il ct della nazionale Cesare Prandelli con Mario Balotelli

Riapriamo le porte alla Nazionale. Tra stasera a Copenaghen e martedì prossimo a Napoli, si celebrano due sfide di qualificazione senza alcun valore per il club Italia, già promosso in Brasile, e perciò con la testa al mondiale della prossima estate. Difficile cogliere, in una settimana scandita dal tormentone sulla squalifica di San Siro e adesso chiusa dall'allarme di Andrea Agnelli sul futuro del calcio italiano, motivazioni autentiche. Nella testa del Ct, solo il cambio generazionale avrebbe potuto spingere qualche giovanotto di belle speranze a considerare in modo serio l'appuntamento di stasera. Un nome su tutti: Verratti, abruzzese residente a Parigi dove è riuscito a stregare anche Blanc dopo aver sedotto Ancelotti. Bene: un acciacco lo ha di fatto escluso rinviando l'occasione suggestiva di affidargli la bacchetta del direttore d'orchestra calcistica. Stesso destino per Lorenzo Insigne, arrivato da Napoli con qualche problema di salute e rimasto ai margini, insieme con Mario Balotelli, ma già designato per la notte azzurra di Napoli, una specie di battesimo nel suo stadio che vale più di una laurea honoris causa e che lascia staccato, nella corsa al mondiale, il concorrente milanista El Shaarawy. Balotelli, anche quando risulta assente giustificato, merita capitolo a parte. Gli ultimi spifferi provenienti da Coverciano hanno segnalato un faccia a faccia teso tra Mario e il ct per via di una richiesta del giovanotto, con parere contrario del Milan, di tornare a casa. Prandelli ha smentito con decisione: «Gli ho detto che lo avrei utilizzato per Napoli, lui ha ascoltato e basta. Non è vero che volesse tornare a casa».

E allora su cosa può puntare Prandelli stasera per non ritrovarsi con una Nazionale priva di tigna? Deve tirar fuori una spiegazione che piacerebbe tanto ad Adriano Galliani, da sempre innamorato di graduatorie e liste speciali e cioè il ranking Fifa che può consentire al club Italia di presentarsi al mondiale come testa di serie e quindi essere trattato con riguardo dal sorteggio. Dettagli? Forse. Ma è l'unico argomento da sventolare durante il viaggio da Pisa verso la capitale danese effettuato ieri pomeriggio. Passando dalla teoria alla pratica, si rivede, dopo qualche prova non molto convincente, Osvaldo al centro dell'attacco, alle sue spalle un paio di ispirati trequartisti per irrobustire la trincea di metà campo dove all'assenza di Pirlo e di Verratti devono rimediare Montolivo, Thiago Motta e Marchisio, misto discutibile tra passato, presente e futuro. Nella Roma giallorossa non c'è più alcuna nostalgia di Osvaldo fuggito in Premier per sottrarsi al supplizio dei tifosi che lo avevano messo nel mirino. In Inghilterra ha trovato serenità ma non lo smalto di cui ci sarebbe bisogno per reggere la concorrenza improbabile con Balotelli e quella ancora più attuale con Gilardino, meritevole agli occhi di Prandelli, per la resa durante la Confederation cup.

Se a centrocampo e in attacco, gli esperimenti sono sospesi, anzi rinviati, nel resto dello schieramento non c'è nessuna volontà di cambiamento. Pensate: Balzaretti riprende il posto da titolare sulla linea difensiva, a sinistra. Forse per rendere omaggio al primato della Roma.

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