“Vedi” mi disse il Moro seduto a bordo vasca a Ostia, centro federale del nuoto italiano. “Vedi questi due ragazzi qui? Stanno nuotando a ritmo di record, stanno facendo cose incredibili”. Il Moro, Stefano Morini, è il tecnico di Gregorio Paltrinieri, figlio d'Italia che stanotte ci ha regalato un oro bellissimo nei 1500 stile, e di Gabriele Detti, altro figlio nostro che ha bissato il bronzo conquistato la settimana scorsa nei 400 stile. E così il Moro, adesso, oggi, è il più medagliato dell'intera spedizione azzurra.
“Però ora fammelo riposare”. Così mi disse il Moro dopo avermi lasciato due ore a parlare, chiacchierare, conoscere, apprezzare Gregorio, splendido ragazzo campione del mondo e adesso olimpico. Perché il tecnico livornese cura ogni dettaglio della preparazione dei suoi ragazzi. E qui all'Aquatics stadium di Rio, grazie a loro tre, alla maestria tecnica del Moro e al talento e alla volontà di Greg e Gabry, la spedizione azzurra del nuoto si è in parte riconciliata con se stessa dopo giorni infelici, e l'Italia tutta, che si è alzata di notte come si faceva ai tempi di Tomba la bomba, si è sentita un po' America.
Perché Greg e Gabry ci hanno emozionato e hanno dominato proprio come sanno fare i ragazzi dello squadrone a stelle e strisce. E il doppio tricolore comparso sul podio è qualcosa che ha stretto il cuore e commosso persino Detti: “Quando ho vinto il bronzo nei 400 ero da solo sul podio, ed è stato bello, incredibile ma stavolta, con Gregorio al mio fianco, è stato tutto diverso... ne abbiamo passate troppe insieme, abbiamo faticato troppo insieme e oggi con le medaglie al collo sembravamo proprio una squadra“.
Già, una squadra, un team, massì, anche un po' una famiglia che si allena dieci mesi all'anno fuori casa e si merita ogni grammo di quell'oro e di quel bronzo che sa di oro. “Sono partito veloce, per mettere subito un po' di acqua fra me e gli altri e far capire che non ce n'era” analizzerà più tardi la gara Paltrinieri con la medaglia ancora al collo. “E io non ne avevo proprio più, ero morto alla fine, ma ad un certo punto ho pure fatto un pensierino all'argento” confesserà Gabry guardandosi fiero la medaglia e indicando Jeager Connor secondo classificato.
I figli che tutte le madri e tutti i padri vorrebbero sono due figli unici in tutti i sensi. Perché lo sono nelle loro famiglie e lo sono per talento e simpatia e, suvvia, ragazze d'Italia, ammettetelo, anche per bellezza. Facce pulite e forti che hanno finalmente regalato due medaglie che da sole valgono più di tutte quelle conquistate fin qui dalla pattuglia azzurra di tutti gli sport. Non se ne abbiano, le altre discipline ma questo è. Il nuoto, come l'atletica, è un movimento mondiale, per cui vincere o andare a podio pesa più che in altri sport. “La volevo fortissimamente questa medaglia, non importa se poi non è venuto fuori il record del mondo, qui l'obiettivo era l'oro” dirà un incontentabile e però strafelice Greg, promettendo “ci proverò la prossima volta” (14'34''57 il suo crono, 14'31''02 il record del mondo di Sun Yang).
Dunque, promesso. Mentre Detti il suo personalissimo primato l'ha già conquistato. Ieri ha abbassato di sei-secondi-sei il proprio miglior crono sulla distanza. Un miglioramento incredibile. Ecco perché lo chiamano Superman.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.