Tokyo 2020

Il nuoto vola con il "settebello" di Raimondi. "Le medaglie non nascondono i problemi"

Il presidente Fin Barelli: "Temo altre ricadute per piscine e società"

Il nuoto vola con il "settebello" di Raimondi. "Le medaglie non nascondono i problemi"

Sessantacinque medaglie e nono posto nel medagliere. Le Paralimpiadi di Tokyo si avviano ai titoli di coda e l'Italia continua ad arricchire il suo "tesoretto" occupando il nono posto nel medagliere con 13 ori, 27 argenti e 25 bronzi. Atletica, nuoto e canoa hanno dato il loro apporto nelle ultime 24 ore: la capitana Assunta Legnante e Ndiaga Dieng nella specialità regina hanno ottenuto l'argento nel getto del peso F11 e il bronzo nei 1500 metri T20; Federico Mancarella nel kayak singolo 200m KL2 si è tinto di bronzo e la canoa è diventata l'undicesima specialità a medaglia nel percorso paralimpico italiano, trattandosi del primo storico podio per la Fick.

Nel nuoto i metalli' sono stati quattro con Stefano Raimondi (argento nei 200 misti SM10 e sette podi totali per lui), Giulia Terzi (bronzo nei 50 farfalla S7), Monica Boggioni (bronzo nei 200 misti SM5) e la staffetta 4x100 mista maschile (bronzo). Nuoto che ha concluso le sue fatiche nei Giochi e il computo è stato memorabile: quinto posto nel medagliere di specialità con 11 ori, 16 argenti e 12 bronzi (39 podi, quanti ne aveva conquistati l'intera spedizione azzurra a Rio 2016).

Risultati importanti e una lezione dello sport su come affrontare l'emergenza sanitaria? A esprimere questo concetto è stato Paolo Barelli, presidente della Federnuoto: «I risultati olimpici e paralimpici non devono nascondere o diventare una risposta strumentale da parte di chi intende coprire i problemi reali. Le piscine e le società che le gestiscono stanno vivendo una crisi economica e gestionale senza fine, molte sono fallite ed altre non riusciranno ad evitarlo senza adeguate misure di sostegno. Temo una ricaduta ulteriore in autunno. Lo sport ha dimostrato di essere ancora una volta più pronto delle istituzioni».

Come affermato da Giampaolo Duregon, presidente di Anif (Associazione Nazionale Impianti Sport & Fitness), la perdita del flusso economico è stato pari a 12 miliardi e mezzo nel lockdown. In secondo luogo, quanto emerge dai dati del rapporto nazionale sui minori e lo sport, quasi 1 minore su 5 non si dedica a queste attività. In generale, c'è un problema di educazione sportiva e la risposta risiede nella chiara correlazione tra redditi e pratica. In Italia, secondo l'Istat, nel 2019 erano attivi in ambito sportivo il 35% circa di dirigenti, manager e impiegati contro il 20% degli operai. Tradotto, fare sport, non quello che vediamo in TV, è un qualcosa per ricchi. Le Paralimpiadi e le Olimpiadi, dunque, hanno rappresentato una vetrina splendida, ma c'è la preoccupazione di una base critica.

Il concetto di accessibilità è stato più volte citato, ma va applicato.

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