Ora la Dea non smette di sognare E Gasp vola anche grazie a un guru

Zapata bomber implacabile che non teme gli squadroni E il tecnico ha scelto di farsi aiutare da un teorico danese

Domenico Latagliata

Uno ha giocato e allenato nel settore giovanile della Juventus. L'altro le ha rifilato sei gol vestendo le maglie di Udinese, Sampdoria e Atalanta. Sono gli eroi dell'Atalanta: non per caso. Gian Piero Gasperini e Duvan Zapata hanno il sorriso tipico di chi si fida del proprio lavoro: coscienza a posto e via. Strafottenti no, consapevoli sì. «Possiamo vincere la Coppa Italia», aveva dichiarato il tecnico di Grugliasco (hinterland torinese, per la cronaca) alla vigilia del match contro i campioni d'Italia. Qualcuno lo avrà preso per sbruffone, Allegri no di certo, al punto che la Juve è stata schierata con i suoi migliori uomini del momento: non sono bastati.

Perché l'Atalanta corre e lotta, ma è soprattutto una squadra con piedi (anche) buoni e fa dell'organizzazione il proprio marchio di fabbrica. Senza perdersi mai d'animo, come aveva appena dimostrato domenica rimontando la Roma dopo essere andata sotto 0-3. O come aveva fatto in campionato contro la stessa Juve, poche ore dopo il Natale: subito in svantaggio, la Dea aveva avuto la forza di pareggiare e di portarsi anche avanti (due gol di Zapata, naturalmente) prima di essere raggiunta da Ronaldo. Ecco: bisogna essere allenati anche mentalmente, per raddrizzare situazioni del genere. L'Atalanta lo ha fatto, viva l'Atalanta. Partita non benissimo in campionato (solo una vittoria, con il Frosinone, nelle prime 8 partite), ma poi risollevatasi alla grande al punto da trovarsi adesso a tre lunghezze dal quarto posto Champions. Merito di chi ci ha sempre creduto, avendo magari anche l'umiltà di farsi aiutare: a ottobre, infatti, Gasperini ha voluto accanto a sé Jens Bangsbo, teorico diventato celebre in Italia per aver lavorato nelle Juventus di Ancelotti e Lippi. Danese con all'attivo più di 25 libri sul calcio e sulla fisiologia, Bangsbo è sempre stato ritenuto un innovatore grazie alle sue idee. Gasperini lo ha voluto con sé e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Anche quelli di Zapata, sì: giramondo del pallone, passato per 7 squadre tra cui 4 italiane.

Prima il Napoli, poi l'Udinese, la Samp e infine l'Atalanta, dove è arrivato a luglio con la formula del prestito biennale per 12 milioni di euro e diritto di riscatto per ulteriori 14: in campionato ha segnato finora quanto CR7 (15 reti), ha una serie aperta di 10 partite in gol (compresa la Coppa Italia) e due sere fa si è tolto il lusso di tirare fuori la linguaccia dopo avere battuto Szczesny per la quarta volta in meno di un mese. Chapeau.

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