Palmisano, marcia di bronzo. Tamberi e Crippa di legno

La pugliese non tradisce nella 20 km, Stano 4° per 1''. Anche il saltatore e il mezzofondista sfiorano il podio

Palmisano, marcia di bronzo. Tamberi e Crippa di legno

Atletica maestra di vita, mondo di grandi talenti abbraccia anche gli italianuzzi che vincono soltanto le medaglie di legno perché Gimbo Tamberi nel salto in alto e Yeman Crippa nei 5000 sono stati nella battaglia, ci hanno messo la faccia e i chiodi, ma purtroppo non andranno sul podio. Peccato, ma siamo orgogliosi di questi due lottatori, uno, il saltatore un illusionista che sa far sparire anche i dolori, l'altro un ragazzo di 22 anni che magari ha sbagliato nella mischia, ma poi è venuto fuori come Daesy Osakue che fra lanci nulli e graffi da vera leonessa ha vissuto sulla sedia delle principesse la notte sulla pedana del lancio del disco chiudendo uinta.

Tamberi si è tolto il cappello davanti a Mateusz Przybylko che è arrivato al 2.35 della vittoria, lui che in stagione aveva saltato 2.31, con 7 salti tutti al veleno, portando le spalle dove volevano il cuore e i 60.000 dello stadio. Per Gimbo una battaglia contro fantasmi, dolori antichi, digestione di nuove rincorse studiate col padre Gianmarco dopo essersi lacerato il tendine nell'anno che doveva essere quello dell'oro olimpico a Rio: bene in entrata a 2.19, divino soltanto alla seconda prova per i 2.24, per i 2.28 ci voleva la sua forza perché era già in debito e per un attimo ha sognato una medaglia ma Nedaseaku ed Ivanyuk, il ventenne bielorusso e il russo che gareggia sotto bandiera neutrale sono stati più bravi di lui a 2.31 dove ha sbagliato passando poi alla misura successiva per tentare quello che adesso non può dare a 2.33.

Per Yemen Crippa soltanto il rammarico di non aver fatto tutto bene, ma come si faceva in una tonnara del genere, nella notte dei miracoli per il ragazzo d'oro del fiordo Jacob Ingebritsen che dopo aver vinto il titolo dei 1500 si è preso anche l'oro dei 5000 davanti al fratello Henrik in 13'1706, record europeo under 23. Per Henrik 13'1858 davanti al francese Amdouni che si è preso il bronzo lasciando il legno, ma che legno.

Prima dei profumi della notte berlinese il piacere di aggrapparsi, come tante volte, alla zattera dei nostri marciatori che trovano una medaglia di bronzo con la pugliese Antonella Palmisano e, purtroppo, una di legno, per un secondo accidenti, con Massimo Stano, altro pugliese, nella 20 chilometri accorpata alla stessa ora per una fuga di gas che ha fatto intervenire i pompieri e stravolgere il programma con questa psicosi degli attentati. Uno struscio regale nel minicircuito ricavato fra lo zoo e la cattedrale del Kaiser. Affollamento che ha fatto impazzire i giudici e gli atleti.

Giornata di fiesta spagnola, doppietta nella prova maschile e trionfo nella femminile. La 20 degli uomini è andata in 1 ora 20'42 al ventiquattrenne Alvaro Martin, longilineo marciatore dell'Estremadura che ha preceduto di 6 il ventiduenne Diego Garcia Carrera e di 8 Vasili Mizinov, unico russo ammesso in gara, purtroppo per Massimo Stano che ha dovuto lasciargli il bronzo per un solo secondo.

Ventidue anni anche per la machetera Maria Perez prima in 1h.26'36, record dei campionati, davanti all'ex ciclista ceca Drahotova, 54 meglio di Antonella Palmisano, la finanziera ventisettenne di Mottola che già ci aveva regalato il bronzo ai mondiali di Londra 2017. Sempre nel vivo della battaglia, con una piccola crisi al 12° chilometro, felice al traguardo agitando il fiore tricolore che la madre le regala sempre prima di una grande gara. Lo metterà nel bouquet da sposa fra un mese, prima di prendersi una vacanza in Kenia e di pensare ai prossimi mondiali e ai giochi di Tokio, oltre che alla tibiale destra che ne ha tormentato il viaggio.

Oggi i giochi

atletici di questa olimpiade europea si congederanno dallo stadio dei sogni: maratone e staffette veloci oltre ai 3000 siepi della rivelazione roveretana Isabel Mattuzzi. Non aspettiamoci troppo, ma ormai siamo abituati.

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