Ci risiamo. La trama del film la conoscono tutti perché è visto e rivisto. Cambiano solo i protagonisti mentre rimane comune il filo conduttore: la schizofrenia. Quella dei presidenti e, a volte, anche degli allenatori. Scelte azzardate, esoneri, dimissioni, follie assortite. Che nelle ultime settimane stanno raggiungendo il loro apice.
Numero uno di queste mattane è sicuramente Enrico Preziosi. La scorsa stagione Ballardini salva il Genoa e il presidente lo conferma. Ma non ne è convinto, anzi, aspetta solo il pretesto per cacciarlo. E così fa, portando a giustificazione un modulo di gioco che non gli piace. Nonostante i 12 punti raccolti in 7 partite, una posizione ottima in classifica, e la valorizzazione di Piatek capocannoniere. Ma Preziosi è così, richiama quel Juric (cacciato lo scorso anno) che, anche se con un calendario difficilissimo con Juve, Milan, Inter e Napoli, arrivano solo due punti in 5 gare e la panchina torna a traballare. Fiducia fino al derby con la Sampdoria alla ripresa ma anche il futuro del croato sembra, prima o poi segnato. E i tifosi hanno duramente contestato il presidente.
Situazione da psicodramma anche al Chievo con D'Anna esonerato, l'ex ct Ventura chiamato a riabilitarsi ma secondo la squadra mai convinto. E così ecco le dimissioni dopo una manciata di partite. Ma non c'era nessun altro a cui affidarsi? E se Ventura proprio voleva riabilitarsi, perché accettare una missione in cui non credeva? «Avevamo strade diverse, ho rinunciato a due anni di stipendio», ha detto l'ex ct. Rimane, comunque, un'altra macchia indelebile. A Di Carlo il compito di raccogliere i cocci. Follie del calcio. Che sembrano quasi diventare normalità con Empoli e Udinese. I toscani fanno una cavalcata vincente in B con Andreazzoli che alle prime inevitabili difficoltà in A viene però cacciato. I friulani puntano su un giovanissimo come Velazquez annunciando un progetto di lunga durata e di filosofia differente. Dopo 12 giornate, si rinnega tutto, adios Velazquez e spazio a Nicola.
Controtendenza? Il Frosinone. Longo, come normale, fatica all'inizio ma la società gli da fiducia e lui rilancia una squadra modesta ma con un'idea di gioco chiara.
Chapeu. Ma è un'eccezione. Perché se anche in una società forte come il Milan, Gattuso passa da traballante alla zona Champions in una settimana vuole dire che in questo calcio, davvero, vale tutto. E pure il suo contrario.
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