Matteo Basile
Milano Cambiare tutto perché nulla cambi. È davvero un'Inter gattopardesca quella che pareggia in casa contro il Torino. Pazza, come sempre, nonostante i tanti tentativi di cambiamento che Spalletti ha provato a mettere in campo. È il dna della squadra nerazzurra che non si smentisce. Gioca bene, domina e poi d'improvviso si spegne, subisce, soffre e getta via una vittoria che ormai sembrava in cassaforte. Un pareggio brutto. Perché quando si ha il controllo del gioco bisogna avere l'istinto del killer per chiudere la partita e il carattere per gestirla. Soprattutto se ci si vuole davvero candidare al ruolo di anti-Juventus. Un pareggio brutto, perché serviva una risposta dopo la sconfitta all'esordio contro il Sassuolo. Un'Inter che era sembrata troppo inconsistente per essere vera, accolta ieri da uno striscione eloquente della curva: «Società: promesse mantenute, richieste tutte rispettate. Mister e giocatori: no scuse, no parole... testa bassa e vincere!». E invece niente, solo un pari, in una gara dominata soltanto a metà.
Serviva anche una risposta al pubblico di san Siro dopo che l'ultima in casa era stata uno strazio, prima dell'apoteosi finale. Una sconfitta bruciante contro il Sassuolo (sempre lui) che sembrava aver pregiudicato ogni speranza di conquistare un posto in Champions. E invece il successo in extremis contro la Lazio regalò il quarto posto. E invece niente.
Pronti-via ed Inter show. Cambia anche qui l'ordine dei fattori con Icardi che si veste da assist man per Perisic e non il contrario come da abitudine. Palla dell'argentino e il croato al 6' minuto, al volo di destro, trova il vantaggio. L'Inter è in pieno controllo, domina, gestisce tempi e modi del gioco, annulla il Torino e fa quel che vuole. Al 32' trova anche il raddoppio con la prima rete nerazzurra di De Vrij. La specialità della casa, il colpo di testa, arriva a sfruttare una punizione di Politano. Sembra ormai una formalità ma nella ripresa cambia tutto, per davvero. Al 10', alla sua prima palla toccata, Belotti tramuta in oro un errore di posizionamento e tempo di Handanovic che lascia di fatto la porta libera al centravanti granata dopo il bel lancio di Iago Falque. Un episodio? Può darsi, ma l'Inter sembra sciogliersi come una squadretta senza personalità. Così il Torino prende in mano il possesso del gioco, inizia a premere e chiude l'Inter, incapace di ripartire in velocità, soprattutto in mezzo al campo. Quasi inevitabile, al minuto 23 arriva il pareggio. Tutto merito del giovane Meitè che sfrutta una palla vagante al limite saltando Brozovic con uno scavetto e battendo Handanovic.
Spalletti cambia ancora, mandando dentro Keità per Vrsaljko e prova a metterne tre dietro a Icardi. L'Inter spinge ma è il Torino ad avere le occasioni migliori.
Nel finale dentro anche Lautaro per Politano e solo un super Sirigu nega il gol a Perisic che calcia fortissimo da fuori.Non c'è verso. È ancora pazza Inter. Può cambiare quanto vuole ma nulla cambia. A Spalletti trovare una ricetta che dopo un solo punto in due partite, sembra già complicata.
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