nostro inviato a Maranello
Cena Ferrari. Cena di natale. Calda tradizione che stavolta cade alla vigilia della fine del mondo fissata per oggi, ora più ora meno. Crederci o non crederci? Meglio la seconda. Anche perché le truppe di rosso vestite la loro fine del mondo, nel senso di mondiale perso, l'hanno già vissuta ed è stata mica bella. Campionato addio nell'arco di tre mesi: dal primo avvistamento del meteorite Grosjean piombato sulla F2012 di Alonso in quel di Spa al botto finale di meteorite Raikkonen sempre su Alonso in quel di Suzuka. Per arrivare all'onda d'urto che ha polverizzato quel che restava dei «quaranta punti di vantaggio con cui eravamo andati in vacanza d'estate». Questo ha più o meno detto il presidente Luca di Montezemolo, spiegando perché Alonso era ombroso anche col team. «Troppe delusioni, però adesso l'ho visto bene». Alonso che sarà più forte di prima, Alonso che mai farà coppia con Vettel «perché il tedesco a Maranello lo vedrei solo se Fernando si ritirasse» e perché «c'è Massa che ha smesso di far vacanze».
Il presidente della Ferrari vuole, non vorrebbe. Perché «voglio una Ferrari subito competitiva, perché basta parole, perché nel 2009 non abbiamo fatto, nel 2010 non abbiamo fatto, nel 2011 non abbiamo fatto, nel 2012 non abbiamo fatto e adesso mi sono rotto...» sbotta durante il tradizionale incontro natalizio a Maranello. Montezemolo vuole e pretende una Rossa «più aggressiva ed estrema nell'interpretazione dei regolamenti, dobbiamo andare ai limiti del regole restandone dentro». Domenicali e i suoi uomini sono avvertiti. Non solo. A coccolare la prossima monoposto (presentazione a fine gennaio, primi di febbraio) dovrà esserci una Ferrari nel senso di azienda, di team tornata a far la voce grossa, capace di farsi rispettare di più «perché presto parleremo sia con Ecclestone che Todt, perché siamo stanchi di questa F1 tutta aerodinamica che non ci serve come banco di sperimentazione per la produzione. Questa F1 che ti impedisce le prove e i test, che livella verso il basso, che se hai investito e possiedi un circuito di proprietà non lo puoi usare perché gli altri che invece hanno speso nei simulatori dicono che ti avvantaggia. E se c'è chi non è in grado di reggere e competere in F1 che cambi categoria... Non credo che al Real Madrid dicano di non allenarsi perché ha più mezzi del Bilbao... Siamo stanchi di questo livellamento verso il basso».
Temi diventati cavalli e cavallini di battaglia per Montezemolo, temi ripetuti che però stavolta sono suonati più forti che in passato. Come a dire che la misura è colma: «Non esiste che se un team (la Red Bull, ndr) viene trovato non a norma gli si dica mettiti a posto per la prossima gara e non gli venga data nessuna penalizzazione» prosegue Montezemolo, prima di ribadire e non alleggerire neppure di un etto la propria posizione nei confronti dell'amico-nemico di mille battaglie e riappacificazioni: Bernie Ecclestone. «Ha sbagliato ad occuparsi di cose che non lo riguardavano (la vicenda della richiesta di chiarimento Ferrari per le bandiere gialle su Vettel, ndr). Padri e padroni non esistono più. Tantomeno in F1: né padroni né padrini». E ancora: «Chi vedrei al posto suo? Non voglio fare ad altri quel che non vorrei per me, è però ovvio che ci avviamo a un cambiamento nel Circus... ora c'è troppo immobilismo».
L'agenda ferrarista di Montezemolo è talmente piena che sembra impossibile pensarlo altrove, a Roma, in politica. L'anno scorso che non s'incontrava con il premier Monti, il presidente della Ferrari pareva in procinto di fare il grande balzo. Oggi che invece i contatti con Roma sono fitti («ho visto il premier stamane, è in forma...») sembra l'esatto contrario. Come se la voglia di candidarsi si fosse intiepidita. Perché, dice, «dopo la mia famiglia, la Ferrari è la cosa più importante della mia vita...». Anche se, risponde a chi gli domanda come potrebbe conciliare entrambi i ruoli, «ogni tanto scherzo con alcuni e ricordo che ho fatto tante cose: il presidente di Confindustria, della Fiat, il presidente della Ferrari, il padre. Ho passato un periodo che non so davvero come ho fatto...
twitter: @bennycasadei