Paure e sogni di Biaggi, uno di noi

Paure e sogni di Biaggi, uno di noi

Nelle pieghe della sua vita ci possiamo trovare un po' di noi, delle nostre pieghe, delle nostre paure, dei nostri successi, delle speranze, dei sogni. Perché Max Biaggi, in «OlTre. Nelle pieghe della mia vita» (Ed. Rizzoli, 353 pp. 18 euro), svela la straordinaria vicenda umana e sportiva di un atleta d'altri tempi. Max Biaggi è stato infatti, sì, uno dei motociclisti più vincenti; ha, sì, conquistato quattro titoli di fila 250 e due titoli di vice campione del mondo nella classe regina e due mondiali Superbike, però è il suo modo introverso e misterioso e a suo modo naturale di affrontare lo sport che ha stregato milioni di appassionati. Più del glamour, delle storie con Naomi Campbell, Anna Falchi, più della favola d'amore con Eleonora Pedron, ex Miss Italia, compagna e madre dei suoi figli, Inés e Leon. Max Biaggi è nel cuore dei tifosi perché rappresenta il sogno di realizzazione di tutti noi. Non è arrivato alle corse dopo essere stato messo bambino su due ruote da un papà appassionato. In un mondo sempre più precocemente competitivo (quando iniziò, per dire, Loris Capirossi era campione a 15 anni), Max ha scoperto la moto che aveva quasi 17 anni. Un'età in cui campioni non si diventa più. E invece, talento tracimante e impegno - nel libro tutto è raccontato meravigliosamente - che Massimiliano Biaggi è diventato Max. Cioè i due volti del campione, altro leit motiv di questa biografia scritta con Paolo Scalera, inviato di motori del Corsport. «Un giorno... si ferma Daniele - si legge -, un mio amico d'infanzia, di poco più grande di me. È in sella a una Yamaha TZR 250 bianca e rossa, bellissima... Sono folgorato. È come se... mi fosse apparso davanti un cavaliere medievale...».

Dopo quel giorno sarà il tempo dei soldi da trovare per comprare la moto, sarà quell'idea di fare il pony express rubata a un film di Jerry Calà...
Max uno di noi, dunque. Talento e impegno per assecondarlo. Pilota vero e non programmato. Pilota unico anche nell'addio alle corse: uno dei pochissimi ad aver avuto la forza di lasciare da campione del mondo.

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