Il pensionato del baseball che l'America celebra come una festa nazionale

Ritirato nel 2001, ogni 1° luglio riceve dai Mets un milione di dollari. È il Bobby Bonilla-day

Il pensionato del baseball che l'America celebra come una festa nazionale

Bobby Bonilla, all'anagrafe Roberto Martin Antonio Bonilla, è un signore americano di oltre mezza età che dal 1° luglio 2011 ride sotto i baffi. Lo fa tuttora, anche adesso che quei baffoni neri che gli incorniciavano la faccia da giocatore con l'età che avanza non spuntano più come un tempo.

Bobby Bonilla, meglio conosciuto come Bobby Bo, ride sotto i baffi perché grazie al suo agente, Dennis Gilbert, ha messo la firma su uno dei contratti più assurdi mai stipulati nella storia dello sport professionistico. Nonostante i quindici anni di carriera, dal 1986 al 2001, nella Major League di baseball, il massimo campionato di baseball degli Stati Uniti, nonostante abbia battuto più di 2.000 valide e 287 fuoricampo, nonostante abbia partecipato a sei All Star Games e si sia tolto la soddisfazione di vincere le World Series, le finali del campionato, nel 1997 con gli allora Florida Marlins, il ragazzo di origine portoricane cresciuto nel Bronx al giorno d'oggi viene ricordato da tutti per quell'accordo di buonuscita firmato con i New York Mets che lo ha reso più famoso di tanti altri.

Ebbene sì, perché i Mets, i cugini dei più famosi Yankees, anziché pagare subito nel Duemila i rimanenti 5,9 milioni di dollari dell'ultimo anno di contratto di un Bonilla ormai prossimo ad appendere mazza e guantone al chiodo, accettarono la proposta del manager di Bonilla di ritardare di altri dieci anni il pagamento, purché i newyorchesi pagassero Bob ogni anno quasi 1,2 milioni di dollari e per 25 anni a partire dal 1° luglio 2011 (proprio il giorno in cui in America si festeggia il Bonilla Day), incluso un interesse negoziato dell'8%. Non si riesce bene a capire se si tratta di una mossa d'astuzia dell'agente o di un'ingenuità clamorosa della proprietà di allora. Fatto sta che quella scelta è stata pagata a caro prezzo, anzi carissimo prezzo dai Mets. Erano forse i diretti interessati distratti dal fascino della Grande Mela? Non c'è altra spiegazione per questo raggiro. L'allora dirigenza dei Mets ha gestito l'affaire Bonilla con leggerezza, incompetenza e scarsa lungimiranza, ragionando a breve termine e non a medio-lungo termine, come neanche il peggiore club di terza categoria.

Ne fa le spese pure l'attuale dirigenza dato che, una volta ereditata una scellerata gestione, ogni 1° luglio dal 2011 e fino al 2035 deve versare un assegno di 1.193.248 dollari in favore di Bobby Bonilla, ora 56enne e che gode di un ottimo stato di salute (come dargli torto?), per un totale di circa 29 milioni di dollari senza interessi. Ma il caso Bonilla ha fatto scuola: ispirato dal precedente, l'ex lanciatore Bret Saberhagen sempre dai Mets riceve ogni anno 250.000 dollari dal 2004 e sarà così per 25 anni. L'ex slugger Manny Ramírez percepirà 24,2 milioni dai Red Sox fino al 2026.

Il prossimo anno, gli Atlanta Braves verseranno gli ultimi 1,12 milioni di dollari sul conto corrente del 66enne Bruce Sutter. Oggi negli States è il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza americana. Ma per alcuni, è una festa che viene solo dopo quella dell'1 luglio: il Bonilla Day.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica