«Ho fatto una cazz..., avevo 38,5 di febbre, ma non l'ho detto all'allenatore. Volevo giocare a tutti i costi, ho stretto i denti, ma alla fine la mia prestazione è stata mediocre». Parole di Cristiano Piccini, l'ennesimo volto nuovo della nazionale-cantiere di Mancini. L'episodio risale alla sfida della Liga tra il suo Valencia e il Celta Vigo del 26 settembre. Il laterale destro originario di Firenze, criticato per il modesto inizio di stagione, sceglie di non informare il suo allenatore Marcelino di aver contratto un virus influenzale. Si riempie di paracetamolo e si mette a disposizione, risultando fuori contesto e soprattutto perdendo l'avversario nell'occasione del pareggio della squadra ospite. I tifosi l'hanno messo in croce nonostante l'outing, la stampa in parte l'ha difeso, facendo leva sull'attaccamento alla maglia, il tecnico Marcelino l'ha perdonato. In effetti è stato proprio il tecnico del Valencia a volerlo a tutti costi per completare la squadra che tornava in Champions. Marcelino l'aveva già intercettato due estati fa quando Piccini si era messo in mostra nel Betis di Siviglia, ma alla fine era stato lo Sporting Lisbona a vincere il braccio di ferro. L'assalto è ripartito lo scorso luglio e l'operazione con il club lusitano è andata in porto per 10 milioni di euro, un contratto quadriennale e una clausola rescissoria addirittura da 80 milioni.
L'Italia sportiva, e non a torto, si domanda chi sia Cristiano Piccini, atleta cresciuto nella Fiorentina, con trascorsi nel calcio a 5, e che dopo alcune stagioni discrete a Carrara, Spezia e Livorno si è ricreato una verginità sportiva a Siviglia sponda Betis. E' partito dalla serie cadetta, ottenendo al primo colpo la promozione nella Liga e dimostrando di poter tenere testa a colleghi di miglior lignaggio. L'avventura a Valencia non è iniziata nel migliore dei modi: in otto giornate della Liga il club levantino ha vinto una sola volta, poi una sconfitta e sei pareggi propiziati da una difesa che spesso ha dovuto fare a meno degli infortunati Garay e Murillo.
Piccini sogna il riscatto, Marcelino è convinto che si riprenderà presto, soprattutto dopo l'inaspettata convocazione in nazionale. «Vengo dal basso, dalla gavetta e ne sono orgoglioso - racconta il neo azzurro - non è stato facile arrivare dove mi trovo ora, ma se credi in te stesso tutto si può avverare».
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