Diavolo, che sorpresa

Dalla posizione di Pulisic alle magie di Modric fino alla difesa che ha retto con un uomo in meno al Napoli

Diavolo, che sorpresa
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L'album calcistico di Milan-Napoli è una sequenza di momenti chiave e protagonisti che rappresentano la spiegazione plastica del cambiamento avvenuto in poche settimane, dal 7 luglio per la precisione, giorno dedicato al raduno del nuovo Milan di Allegri e Tare. Passare dall'ottavo posto con 43 gol subiti al primo dopo la falsa partenza con la Cremonese è un caso calcistico da maneggiare con cura.

Il post dedicato da Rafa Leao al suo ritorno in attività è un omaggio al rientro della curva sud a San Siro e ai cori capaci di assicurare il sostegno perenne nello snodo più complicato della sfida. "Siete il nostro dodicesimo uomo" scrive Rafa chiamato dallo sviluppo inatteso (l'espulsione di Estupinan) a giocare una fetta più consistente di partita contro ogni piano stabilito sabato sera a Milanello. Che Leao costituisse sempre un pericolo per il Napoli lo certifica la foto circolata da domenica notte con 6-7 azzurri che lo inseguono e lo circondano durante uno dei rari contropiedi allestiti dal portoghese.

Il Milan capolista oggi si scrive ancora una volta Pulisic e non solo per i suoi 6 sigilli più due assist ma per il modo di interpretare il ruolo nel nuovo sistema di gioco. Invece che stare piantato sul binario di destra, adesso capitan America "va in giro per il campo" definizione di Max partendo tra l'altro da sinistra che è poi il suo lato positivo, oggi libero per l'assenza di Leao col quale dovrebbe fare società se non subito a Torino, dopo la sosta. "E non stava proprio bene" il dettaglio fornito a fine partita (caviglia dolorante).

Ma la foto che rappresenta meglio il cambiamento è quella di Modric che si inginocchia alla fine e corre ad abbracciare Rabiot. Al croato si rivolge De Bruyne, sostituito e in rotta con Conte, con una dedica che parla da sola. "È stato bello vederti" spiega il belga ammirato dal numero industriale di passaggi precisi e dalla pressione finale sul rivale napoletano. "Il mio segreto è l'amore per il calcio" la spiegazione di Luka in una intervista recente. Sarà ma c'è dell'altro: c'è la leadership esercitata col francese dentro Milanello e durante gli allenamenti, c'è che "corrono tutti" come segnala Costacurta nonostante fossero reduci dalla settimana in cui il Milan ha giocato la coppa Italia e abbia una partita in più nelle gambe (7 a 6) rispetto al Napoli di Conte.

Alla fine negli occhi dei critici e in quelli di Allegri è rimasta l'ultima parte della sfida coincisa con l'esibizione di organizzazione difensiva realizzata quasi con disciplina militare in inferiorità numerica.

Resistere 38 minuti in dieci senza mai perdere la bussola delle posizioni a dispetto di un martellamento offensivo è di sicuro l'aspetto tecnico che Max si porta a casa prendendo la via dello spogliatoio qualche attimo prima. È questo il vero cambiamento di Allegri mai visto così sul pezzo e determinato in ogni piega della sua giornata rossonera.

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