Prandelli cambia ma non cambia l'Italia

Il tonfo dell'Italia di Prandelli al Mondiale nella partita con il Costarica ha lasciato interdetti tutti i tifosi italiani. Anche le sostituzioni operate dal CT azzurro nella seconda parte di gara non hanno dato i frutti sperati, con l'Italia totalmente incapace di pungere anche con uno schieramento più offensivo.

Cerci, 20 minuti in campo, ma mai un guizzo
Cerci, 20 minuti in campo, ma mai un guizzo

L'Italia del primo tempo ha chiuso in svantaggio per 1 – 0 con la Costa Rica e Balotelli non ha saputo trasformare le occasioni avute. Al rientro dagli spogliatoi il CT azzurro Prandelli ha mandato subito in campo Antonio Cassano al posto di Thiago Motta per accentuare la propensione offensiva della sua formazione. E successivamente ha inserito anche Insigne e Cerci, ma le occasioni di pareggio per gli Azzurri sono state nulle, nonostante l'aumentato potenziale offensivo, tanto che sia i tifosi che i commentatori si sono interrogati sia sulla prestazione dei titolari, che su quella dei sostituti, che entrati a gara in corso e quindi più freschi, avrebbero dovuto dare una svolta positiva alla gara.

I tre sostituti, che hanno giocato complessivamente 99 minuti, non hanno effettuato nemmeno un tiro nello specchio della porta, con il solo Pirlo che ha impegnato il portiere avversario con un calcio di punizione, all'interno dei complessivi 4 tiri in porta effettuati nel complesso dalla squadra azzurra.
Una prestazione nettamente insoddisfacente, che ha fatto risaltare la squadra centroamericana. Prandelli ha cercato di sfruttare le qualità tecniche di Cassano, ma il talento barese ha mostrato una condizione fisica non ottimale, correndo poco, nettamente meno di quanto ha fatto Insigne, e sembrando affaticato sin dai primi minuti nei quali è stato in campo. Per lui c'è da sperare che abbia altre occasioni per poter dimostrare le sue qualità.

Da parte del napoletano Insigne ci si aspettava che riuscisse a mettere in difficoltà la difesa avversaria, saltando l'uomo come ha fatto molte volte in campionato, ma il suo dribbling non è mai stato efficace, anche se il talento partenopeo ha provato con determinazione ad inserirsi nel gioco azzurro. Probabilmente per lui c'è stato, in negativo, anche l'impatto con il Mondiale.

Cerci ha avuto solo 20 minuti per mostrare il suo valore, quindi potrebbe essere il più scusabile dei tre, ma anche lui non ha saputo ripetere le accelerazioni e le giocate messe, spesso, in mostra nel Torino.

L'esterno, inoltre, è stato anche poco cercato ( o poco si è proposto) dal gioco azzurro, toccando appena 6 palloni in 20 minuti di gara.

Una prestazione complessiva dunque che ha tarpato le ali alla formazione azzurra, che proprio dalla verve dei sostituti si aspettava la spinta giusta per rimettere in piedi la gara, cosa mai lontanamente avvenuta.

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