Pure il tennis fa i conti col salario minimo

Fissati tetti minimi di guadagno, che saranno integrati dall'Atp se non raggiunti

Pure il tennis fa i conti col salario minimo
00:00 00:00

di Marco Lombardo

Chissà se Elly Schlein sa giocare a tennis, sperando che lo faccia meglio rispetto a come suona la chitarra. Ma aldilà delle esibizioni estive della segretaria del Pd, c'è una notizia che arriva dallo sport che le fa sicuramente piacere: l'arrivo del salario minimo per i tennisti, appunto.

Si chiama Baseline il progetto messo in campo dall'Atp guidata da Andrea Gaudenzi, appena eletto per il suo secondo mandato e con un passato da giocatore di alto livello che può servire a capire i sacrifici che si fanno per stare nel circuito. Perché se è vero che il tennis passa per essere una disciplina per ricconi, la realtà - già raccontata in passato qui sul Giornale - è ben diversa: i Paperoni sono giusto i primi 20-25 del ranking, nella Top 100 si vive bene da professionista, dopo - progressivamente - si diventa vittima del quotidiano. E senza uno sponsor adeguato si fa la fame: uno come Ivo Karlovic - l'altissimo croato arrivato poi fino al numero 14 - raccontava che nel suo peregrinare giovanile tra gli hotel a 2 stelle del mondo, usava mettere le valigie in fondo al letto per evitare di dover dormire in quelli più comodi e costosi.

La questione dunque è in campo già da un bel po', ed ha anche visto come capopolo Novak Djokovic quando, impugnando falce e racchetta, ha fondato un nuovo sindacato per farsi voce dei colleghi più sfortunati. La sua PTPA esiste ancora, non ha avuto il seguito che Novak sperava (e soprattutto non ha ammorbidito la posizione degli organizzatori sulla spartizione dei guadagni), ma almeno ha contribuito a sollevare la questione. In pratica il Guaranteed Base Earnings, ovvero la cifra minima variabile che ogni giocatore dovrà aver incassato al termine della stagione, verrà calcolata secondo la posizione in classifica: i tennisti dal primo al centesimo posto del avranno il limite (in basso) di 300mila dollari, dal 101 al 175 ne avranno garantiti 175mila, dal 176 al 250 si scende a 75mila. E quindi, per esempio, se nel 2022 Alcaraz sarebbe stato tranquillo (ha vinto oltre 8 milioni e mezzo di premi), il numero 250 Perricard con i suoi 125mila ci stava appena giusto, ma poi a queste cifre si devono detrarre spese di viaggio e di staff. Inoltre, sempre in queste tre fasce, si avrà diritto ad un Injury Protection (per chi salta almeno 9 tornei in un anno per infortunio) di 200mila, 100mila e 50 mila dollari.

Ovviamente il salario verrà pagato dall'Atp solo a chi non guadagna il minimo garantito e integrando la cifra mancante, e per quest'anno si prevede coinvolga tra i 30 e i 45 giocatori, anche se ancora non si sa quando verrà fermato il ranking per stabilire il diritto all'assegno. Previsto fino al 2026.

Queste le regole, che tagliano ancora fuori però chi è oltre la linea tracciata dall'Atp. Ma Gaudenzi assicura: «È solo l'inizio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica