Pugno di ferro del giudice sportivo nei confronti di Philippe Mexes. Al difensore del Milan sono state comminate quattro giornate di squalifica: tre per condotta violenta e una in seguito all’espulsione per doppia ammonizione. Il giocatore ha colpito con un pugno Chiellini durante la partita contro la Juventus. L'arbitro, che probabilmente non ha notato il fattaccio, non ha preso alcun provvedimento disciplinare. Proprio per questa ragione il giudice sportivo ha ritenuto ammissibile la prova televisiva. Nelle motivazioni del giudice si legge che Mexes "con un repentino movimento in avanti del braccio destro, colpiva da tergo con un pugno all’altezza del collo il calciatore bianconero, che cadeva dolorante al suolo. L’azione proseguiva senza che l’arbitro adottasse alcun provvedimento disciplinare in quanto l’episodio non era stato notato né dal direttore di gara né dai suoi collaboratori".
Nelle interviste dopo partita l'allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, aveva difeso a spada tratta il suo giocatore: "Mexes non ha dato un pugno, era un contrasto in marcatura. Se volete dire che è un pugno ditelo pure, di questi falli ce ne saranno mille dentro l’area, la faccia non l’ha neanche toccata. È un’azione, non è assolutamente un pugno". Il giudice sportivo evidentemente ha deciso in un altro modo. Molto duro, sempre nel dopo partita, il commento di Chiellini: "Il fallo era evidente, è stato un gesto che non ha nulla a che vedere con questo sport, una di quelle situazioni che devono sparire da questo mondo. Non c’è niente da chiarire, è recidivo, il passato parla chiaro. La cattiveria per prendere la palla ci sta, ma questi episodi andrebbero puniti pesantemente perch‚ questo non è calcio". E poi ancora: "Le scuse di Mexes non sono arrivate e non devono arrivare. Anzi, mi ha detto che mi sono buttato e che faccio il cinema, ma è evidente che il cinema lo fa un'altra persona".
Tra gli altri calciatori squalificati, un turno a De Jong (Milan), Balzaretti (Roma), Mirante (Parma), Magnanelli (Sassuolo), Glik (Torino).
Milan, una giornata a porte chiuse
Il giudice sportivo ha imposto inoltre al Milan l'obbligo di disputare una gara a porte chiuse e l'ammenda di 50.000 euro, "per avere alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6' ed al 43' del secondo tempo, intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società (la Juventus, ndr)". La partita Milan-Udinese del prossimo 19 ottobre, quindi, sarà disputata a porte chiuse. Il club di via Turati protesta: "Il provvedimento, che è privo di giustificazione, sarà oggetto di ricorso".
Figc Abete per dirglielo. Ha detto che ci penseranno".
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